Omicidio Boiocchi, i mandanti Beretta e Ferdico offrono 150mila euro alla moglie del capo ultrà assassinato

Un'offerta da 150mila euro come risarcimento per l'omicidio, rifiutata dai familiari di Vittorio Boiocchi. È quella che ha avanzato il commando che, il 29 ottobre 2022, ha assassinato a Milano il capo ultrà interista in un vero e proprio agguato sotto casa: si tratta di Andrea Beretta (mandante dell'omicidio e al tempo numero due della Curva Nord desideroso di scalare le posizioni sugli spalti, oggi collaboratore di giustizia), lo storico portavoce Marco Ferdico (organizzatore del piano criminale con il padre Gianfranco) e gli esecutori materiali Daniel D'Alessandro e Pietro Andrea Simoncini, suocero di Ferdico.
La proposta risarcitoria di 150mila euro per moglie e figlie di Vittorio Boiocchi
E così i familiari dell'ex capo ultrà dell'Inter hanno chiesto, attraverso il legale Marco Ventura, di potersi costituire parte civile nel processo che si è svolto questa mattina presso la Corte d'Assise di Milano. "Non è una questione di importo, di fronte alla moglie alle figlie che hanno perso un padre", ha affermato Ventura a margine dell'udienza, sottolineando che la cifra in ballo (una proposta risarcitoria pari a 150mila euro complessivi, 50mila per la vedova Boiocchi e ulteriori 100mila entro il 30 gennaio 2026) sarebbe troppo bassa e che i familiari "ovviamente non prendono in considerazione di rinunciare alla costituzione di parte civile, indipendentemente da questo". La prossima udienza è fissata per il 9 aprile.
Il delitto del capo ultrà assassinato sotto casa
Il delitto di Vittorio Boiocchi, commissionato da Andrea Beretta per scalare le posizioni di potere e comandare senza interferenze sugli affari della Curva, è stato organizzato dal suo braccio destro Marco Ferdico e messo in atto dagli esecutori materiali Pietro Andrea Simoncini, vicino alle cosche calabresi, e Daniel "Bellebuono" D'Alessandro, armati a bordo di una moto Gilera. Un vero e proprio omicidio "messo a punto per settimane", come ammetterà lo stesso Ferdico, che per la Procura è da inserire nel contesto di una vera e propria "guerra" interna alla Nord.