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“Non abbiamo acqua calda né medici”: la denuncia di 135 detenuti del carcere di Opera, il caso va in Parlamento

Fanpage.it ha visionato la lettera scritta da 135 detenuti del carcere di Opera, a Milano, per denunciare una serie di presunte criticità che sarebbero costretti a vivere all’interno dell’Istituto. Tra queste: la mancanza di acqua calda, muffa e infiltrazioni. Ma anche la mancanza di medici e la distribuzione errata delle terapie. Oggi la deputata del Pd Silvia Roggiani ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia per chiedere “iniziative urgenti”.
A cura di Giulia Ghirardi
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Parte della lettera scritta dai detenuti del carcere di Opera, a Milano
Parte della lettera scritta dai detenuti del carcere di Opera, a Milano

Non c'è acqua calda, ma c'è muffa ed entra acqua dalle finestre. In più, "mancano medici" e gli infermieri "sbagliano a darci i farmaci". Ancora: non si possono comprare libri, e le chiamate che vengono concesse sarebbero quasi inesistenti. Queste sono soltanto alcune delle presunte criticità segnalate all'interno di una lettera firmata da 135 detenuti delle sezioni A, B e C del quarto piano del carcere di Opera, a Milano, indirizzata all'Associazione Quei Bravi Ragazzi Family che Fanpage.it ha potuto visionare. Per fronteggiare tale situazione, questa mattina, venerdì 24 ottobre, la deputata del Pd Silvia Roggiani ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia per chiedere "iniziative urgenti".

Dopo aver ricevuto la lettera dei detenuti, Fanpage.it ha poi chiesto chiarimenti sulla questione a Luigi Pagano, Garante dei detenuti di Milano. "Mi recherò a Opera la settimana prossima quando verrà insediata la nuova direttrice per verificare le condizioni denunciate dai detenuti", ha spiegato Pagano a Fanpage.it. "Quello che posso già dire è che il carcere è vecchio e oggi le risorse economiche necessarie per un suo adeguamento sono scarse. Questo può comportare la presenza di una serie di problemi strutturali all'interno dell'edificio".

La lettera dei detenuti di Opera

Ben 135 detenuti delle sezioni A, B e C del carcere di Opera hanno scritto una lettera al Magistrato di Sorveglianza di Milano e, tra gli altri, al Garante dei detenuti e al Ministero della Giustizia, per denunciare 43 diverse "condizioni di disagio" che sarebbero costretti a subire all'interno dell'Istituto.

Tra queste, vengono segnalati una serie di problemi strutturali come la "mancanza di acqua calda", docce che non funzionano e la presenza di "muffa nei bagni". O, ancora, la mancanza di sedie e di tavoli nella salette della socialità. A questi si aggiungono poi altre criticità che riguardano l'organizzazione e la gestione del carcere. Tra queste, la possibilità di sentire il proprio avvocatose va bene una volta a settimana”, ma a volte neanche questa perché "salta". Oltre al fatto che le cabine telefoniche sarebbero rotte, rendendo così impossibile fare "una telefonata decente", e lunghe liste di attesa per i colloqui con i familiari.

Inoltre, esisterebbero anche alcune problematiche relative alla sicurezza come il fatto che il campanello per le chiamate di emergenza "viene disattivato", dunque, se qualcuno sta male "bisogna sbattere e urlare". Per quanto riguarda l'area sanitaria, invece, i detenuti lamentano la mancanza di medici, e il fatto che gli infermieri somministrerebbero i farmaci "senza confezione" e "spesso sbagliano la terapia di uno o dell'altro".

L'interrogazione della deputata Roggiani

Questa mattina, venerdì 24 ottobre, la deputata del Partito Democratico Silvia Roggiani e il consigliere comunale Alessandro Giungi si sono recati a Opera per un sopralluogo dopo aver ricevuto la lettera dei detenuti. "Ci sono forti disagi all'interno dell'Istituto dove non vengono garantite condizioni igieniche sufficienti", ha spiegato Roggiani al termine dell'ispezione. "Così, però, i diritti umani non sono rispettati".

Per questo, la deputata ha presentato un’interrogazione chiedendo al ministro Carlo Nordio quali "iniziative urgenti intenda adottare per ripristinare condizioni di vita conformi ai principi costituzionali e al diritto sovranazionale" per garantire "l’accesso ai servizi essenziali e la tutela della salute dei detenuti", ma anche per domandare se il ministro ritenga opportuno promuovere "interventi straordinari di manutenzione e di potenziamento dei servizi interni della struttura", anche attraverso un monitoraggio costante delle condizioni igienico-sanitarie e strutturali del carcere di Opera.

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