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Neonato morto in ospedale dopo 4 giorni di agonia, i periti: “La tragedia si poteva evitare”

La morte del piccolo Alexander poteva essere evitata: i periti hanno contestato che non ci fossero stati gli adeguati controlli durante le ultime ore della gravidanza.
A cura di Giorgia Venturini
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"Una morte evitabile". Così si sono espressi i due consulenti incaricati dalla famiglia del piccolo Alexander, il neonato morto all'ospedale Buzzi di Milano dopo quattro giorni di agonia. Nel dettaglio, i periti hanno contestato che non fossero stati gli adeguati controlli durante le ultime ore della gravidanza e pochi minuti prima del parto: da qui la conclusione della responsabilità dell'ospedale.

Cosa è successo in ospedale

Come spiega Il Giorno, i genitori hanno provveduto, tramite l'avvocato Andrea Marzorati, anche un ricorso civile per ottenere una perizia anche di due consulenti nominati dal Tribunale. Il legale in una nota spiega che: "Nella relazione del Tribunale viene evidenziato che al Pronto Soccorso del Buzzi alla madre venne trovata della proteinuria nelle urine". Ma non ci sarebbero stati accertamenti: "Il controllo è stato fatto in soli 40 minuti con 5 rilevazioni, una ogni 10 minuti. "Eppure: "Le linee guida prevedono tempi molto più lunghi".

I periti del Tribunale hanno poi aggiunto che "la condotta doverosamente prudente omessa avrebbe evitato il verificarsi di un quadro di distacco severo di placenta e quindi, in ultima analisi, il gravissimo quadro di encefalopatia ipossico-ischemica del neonato e, di conseguenza, la morte di Alexander". Resta ora da capire quali altri accertamenti verranno fatti sulla vicenda e se si procederà alla richiesta di un risarcimento: al momento non ci sono medici indagati.

Certo è che dopo il peggioramento delle condizioni della madre ci fu una corsa disperata in ospedale per un parto d'urgenza. Pochi minuti dopo purtroppo il piccolo è nato asfittico e in gravissime condizioni: nonostante i sette giorni in terapia intensiva il piccolo è morto.

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