“Mi picchiava, minacciava di uccidermi. Ora pago i suoi debiti e cresco mio figlio da sola”: la storia di Vittoria

"Ha iniziato a picchiarmi con schiaffi e pugni al volto. Poi ha preso un oggetto di vetro con il quale mi ha colpita ripetutamente. Intanto mi minacciava: ‘Te lo spacco in testa put***a tr**a. Ti ammazzo prima o poi'. Poi ha preso la scopa e con il manico mi ha preso a bastonate in testa". A parlare è Khadjia Vittoria, 31 anni e mamma di un bimbo di 9, che ha deciso di raccontare la sua storia a Fanpage.it con la speranza che fatti del genere non accadano più: "Perché, in qualche modo, io ne sono uscita viva, ma troppo spesso questo non accade".
La storia di Vittoria: dagli anni di violenza sino al pignoramento per debiti dell'ex compagno
Tutto inizia nel 2015 quando Vittoria incontra Mario (nome di fantasia). I due iniziano una relazione, ma ben presto iniziano i primi problemi. "Mario cominciò a essere violento, all’inizio lo giustificavo o banalizzavo: ‘È arrabbiato', ‘Mi ha dato solo uno schiaffo'. Una volta addirittura mi lasciò in autostrada…", ha esordito Vittoria a Fanpage.it. "Ero costretta a fare tutto quello che diceva, altrimenti erano "botte" e non solo schiaffi, a volte non mi si riconosceva nemmeno in volto".
In quel periodo i genitori di Vittoria stanno divorziando, per questo – almeno inizialmente – la ragazza decide di non dire nulla per non "dare pensieri". Così i due vanno a convivere a Pavia. È il 2015. In quel periodo Mario "mi ha costretta a intestarmi delle macchine usate che lui comprava in contanti da alcuni privati, aveva problemi con i documenti", ha continuato Vittoria. "Mi minacciava, se non lo avessi fatto mi avrebbe picchiata". Nonostante questo a Vittoria non è permesso usare queste auto: "Non potevo neanche avvicinarmi". "Quando si arrabbiava prima che si calmasse passavano ore", ha aggiunto. "Temevo per la mia vita. In alcuni momenti ho anche pensato di togliermela".
È in questo clima che Vittoria rimane incinta. "Ero tra la gioia e il dolore. Non volevo che quel bambino subisse tutto quello che stavo subendo io", ha ricordato la 31enne. "Perché le violenze non sono finite nemmeno quando ero incinta. Tante volte si è dovuta mettere in mezzo mia madre per non arrivare al peggio. Se non ci fosse stata lei, forse non sarei nemmeno qui a raccontarlo". Intanto, in quei mesi, Mario entra ed esce dal carcere. Ogni volta che torna a casa, la promessa di cambiare che, però, ogni volta è disattesa.
La violenza riprende e con lei le botte. Questo fino al 28 gennaio 2018 quando un episodio mette il punto a questi anni di paura. "Ero a casa con Mario, mio figlio e mia sorella di 17 anni. Improvvisamente Mario ha iniziato a controllare il mio profilo Facebook. Ha notato un contatto datato con un ragazzo e ha contestato tale amicizia pretendendo un'assurda confessione in merito a una presunta relazione con questo ragazzo. Ha cominciato ad accusandomi di averlo tradito e ha iniziato a picchiarmi con schiaffi e pugni al volto, poi ha preso un oggetto di vetro con il quale mi ha colpita ripetutamente. Intanto mi minacciava: ‘Te lo spacco in testa put***a tr**a. Ti ammazzo prima o poi'. Poi ha preso la scopa e con il manico mi ha preso a bastonate in testa mentre mio figlio di 15 mesi assisteva alla violenza".
È la sorella a chiamare i carabinieri. Una volta in caserma, Vittoria sporge denuncia contro l'ex compagno per lesioni e maltrattamenti. Prima di essere portato in carcere, però, l'ultima minaccia: "Appena esco ti porto via nostro figlio".Per questo Vittoria si rivolge ai servizi sociali per chiedere la decadenza dalla responsabilità genitoriale dell'ex compagno. Responsabilità che – stando ai documenti che Fanpage.it ha potuto visionare – risulta effettivamente essergli stata tolta, dopo un lungo iter di verifiche, il 22 giugno 2022 perché ritenuto "incompatibile" con il ruolo di padre. Mario, inoltre, è stato condannato solo per il reato di lesioni.
Per un breve periodo, Vittoria pensa di esserne uscita, di essersi finalmente liberata del passato quando, però, si presenta un altro, l'ennesimo, problema. "Iniziai a ricevere ciò che Mario aveva seminato: guai su guai, debiti su debiti, multe per eccesso di velocità o assicurazioni non pagate legati a quelle macchine che mi aveva costretta a intestarmi, ma che non avevo mai usato", ha continuato a raccontare Vittoria a Fanpage.it. "Ero sola, con un bambino piccolo da mantenere, senza casa, senza lavoro e senza i soldi necessari per coprire i debiti. Parliamo di circa 30 mila euro".
Come prima cosa Vittoria cerca un avvocato a cui rivolgersi. Nessuno però accetta il suo caso: non ci sono prove e i tempi per denunciare non ci sono più. È passato troppo tempo e il reato è caduto in prescrizione. "Fortunatamente sono riuscita a risollevarmi da sola. Oggi faccio il direttore di supermercato e ho uno stipendio", ha aggiunto. "Ma ho due pignoramenti: 350 euro che mi vengono detratti dallo stipendio ogni mese. Con le bollette e l'affitto, dal poter vivere dignitosamente mi ritrovo a far fatica ad arrivare a fine mese".
"Sto pagando per delle cose di cui non ho colpa. Mi sono rivolta a chiunque in cerca di aiuto e nessuno ha voluto darmene", ha concluso Vittoria a Fanpage.it. "Eppure non ho scelta. Vado avanti perché voglio offrire un futuro migliore a mio figlio. Per questo ho deciso di raccontare la mia storia perché a me serviva (e serve) aiuto e nessuno me lo ha dato. La speranza è che le cose possano cambiare perché nessuno dovrebbe subire quello che ho subito io. Perché, in qualche modo, io ne sono uscita viva, ma troppo spesso questo non accade".