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“Maledetto il giorno che non ti ho fatto morire in pancia”: padre maltratta e tiene segregata la figlia

Un 37enne ha costretto sua figlia appena maggiorenne a vivere sotto un “regime oppressivo”. L’uomo la insultava, minacciava e picchiava per come la ragazza decideva di vestirsi anche chiudendola a chiave in camera.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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Un 37enne è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dalla gip di Monza Elena Sechi ed eseguita dai carabinieri, perché accusato di maltrattamenti. L'uomo, già condannato a 2 anni per stalking nei confronti delle funzionarie dei servizi sociali del Comune di Carate Brianza, aveva costretto sua figlia appena maggiorenne a vivere in un "regime oppressivo" fatto di botte e insulti: "Maledetto il giorno che non ti ho fatto morire in pancia", le avrebbe detto in un'occasione.

La 18enne è nata da una precedente relazione dell'uomo, ora sposato e con altri figli. Una volta raggiunta la maggiore età, aveva deciso di accettare di andare a vivere con il padre anche se con lui non aveva un rapporto consolidato. In pochi mesi, nonostante avesse iniziato un percorso di recupero, il 37enne avrebbe manifestato in diverse occasioni un controllo ossessivo sulla figlia, sfociando in rabbia, insulti e maltrattamenti.

Lo scorso ottobre, per esempio, la ragazza aveva chiesto il permesso di andare a una festa con un'amica. Il padre gliel'ha concesso, giudicando però il vestito che la figlia voleva indossare come troppo provocante. La discussione tra i due termina con l'uomo che colpisce la 18enne con uno schiaffo, la chiude a chiave in camera e le vieta di usare il cellulare.

Poi, ancora, a novembre l'avrebbe picchiata solo perché la ragazza aveva videochiamato la madre, procurandole una frattura a un dito. A Natale, invece, causa dei maltrattamenti sono state altre presunte "trasparenze" nell'abito non approvate.

Il 37enne, precedentemente raggiunto da un divieto di avvicinamento, dovrà rimanere agli arresti domiciliari. In più occasioni, infatti, l'uomo si era presentato negli uffici pubblici di Carate Brianza minacciando le funzionarie dei servizi sociali perché voleva avere più colloqui, anche se non programmati, con i familiari. A volte il 37enne portava con sé anche un coltello da cucina.

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