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Litiga con l’ex fidanzata e la spinge in un dirupo, il giudice respinge il patteggiamento: “Troppo pochi 8 mesi”

La gup del Tribunale di Como ha respinto la richiesta di patteggiamento a 8 mesi avanzata dal procuratore e dai difensori del 26enne accusato di lesioni e stalking. Lo scorso maggio, durante una lite, aveva spinto l’ex fidanzata facendola precipitare in un dirupo per sei metri.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo scorso maggio un 26enne era stato arrestato dalla polizia locale di Como con l'accusa di tentato omicidio. Stando a quanto riportato nella denuncia presentata dall'ex fidanzata, il giovane l'avrebbe spinta in un dirupo al culmine di una lite facendola precipitare per sei metri. Il pm Giuseppe Rose ha derubricato l'ipotesi di reato in lesioni personali e stalking e, in accordo con gli avvocati difensori del 26enne, ha proposto un patteggiamento pari a 8 mesi. La giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Como, Maria Elisabetta De Benedetto, però ha respinto l'accordo ritenendo la pena concordata non congrua. L'udienza è stata rinviata a ottobre.

L'aggressione si era verificata la notte del 9 maggio scorso in via Bellinzona a Como, all’altezza di via Oldell. Il 26enne, di origine albanese, e la sua ex fidanzata stavano litigando quando, ad un certo punto, il giovane l'avrebbe spinta facendola precipitare in un dirupo e facendole perdere i sensi. Il 26enne sarebbe, poi, sceso nella roggia dove era finita la ragazza per recuperarla e l'avrebbe ripulita dal fango e dal sangue. Secondo l'accusa, sarebbe stato un tentativo di cancellare le tracce di quanto accaduto.

La giovane, però, poche ore dopo si è presentata al comando di polizia locale e ha denunciato l'ex fidanzato. L'arresto è scattato l'11 maggio con l'accusa di tentato omicidio. Nelle scorse settimane, il pm Rose ha derubricato l'accusa in lesioni personali e stalking e il 26enne ha ottenuto gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

Come riportato da La Provincia di Como, durante l'ultima udienza i difensori del 26enne hanno ottenuto la revoca del braccialetto elettronico e, insieme al magistrato, hanno proposto un patteggiamento pari a 8 mesi. Per la gup De Benedetto, però, la pena non sarebbe congrua con il reato contestato e ha respinto l'accordo invitando le parti a trovarne un altro.

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