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Ultime notizie sull'omicidio di Laura Ziliani

Le due figlie di Laura Ziliani nella stessa cella, la nonna: “Troppo attaccate ai soldi”

Hanno trascorso la notte nella stessa cella Silvia e Paola Zani, due delle tre figlie di Laura Ziliani arrestate per l’omicidio della donna assieme al fidanzato di Silvia, Mirto Milani. “Ho sempre avuto l’impressione che tutti, sia Mirto che le mie nipoti, siano troppo attaccati al denaro”, ha detto la nonna delle ragazze agli inquirenti.
A cura di Francesco Loiacono
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Laura Ziliani, a sinistra, con due delle sue figlie, accusate di averla uccisa
Laura Ziliani, a sinistra, con due delle sue figlie, accusate di averla uccisa
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"Ho sempre avuto l'impressione che tutti, sia Mirto che le mie nipoti, siano troppo attaccati al denaro". Così Marisa Cinelli, la mamma di Laura Ziliani, parla delle due nipoti e del fidanzato della maggiore, arrestati ieri per l'omicidio della figlia. Dall'ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari Alessandra Sabatucci emergono i rapporti tesissimi tra Laura Ziliani, scomparsa lo scorso 8 maggio e ritrovata cadavere l'8 agosto, e due delle tre figlie, Silvia e Paola Zani.

Le due sorelle, 27 e 19 anni, hanno varcato le porte del carcere femminile di Verziano tenendosi per mano e hanno poi trascorso la prima notte nella stessa cella. Sono accusate di omicidio aggravato e occultamento di cadavere assieme a Mirto Milani, fidanzato della sorella maggiore ma che, come emerge dalle carte, potrebbe aver avuto una relazione nascosta anche con la sorella più piccola. Il ragazzo, anche lui 27enne, si trova invece in isolamento nel carcere di Canton Mombello: secondo la giudice avrebbe in parte manipolato le due sorelle spingendole a uccidere la loro madre.

I soldi, in particolare la gestione del patrimonio famigliare (immobili e terreni), sarebbero il movente di un omicidio pianificato dai tre mediante un piano diabolico condito da depistaggi, ma anche da molti errori. Incongruenze che hanno fatto pian piano sgretolare il castello di carte messo in piedi dai tre all'indomani della sparizione di Laura Ziliani. Per il momento i tre arrestati, che già in precedenza erano stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Brescia e sono finiti in carcere per il pericolo di reiterazione del reato e di inquinamento probatorio, restano in silenzio: sono rimasti muti anche quando i carabinieri li hanno arrestati. Parole, in particolare insulti, stanno invece piovendo sul profilo Facebook di una delle figlie di Laura Ziliani.

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