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La sorella di Alessia Pifferi a Fanpage.it: “Mia sorella merita una pena severa, è indifendibile”

Viviana Pifferi, la sorella di Alessia, ha raccontato a Fanpage.it di non aver mai risposto alle lettere della 37enne: “Non sono lettere di scuse o di rappacificazione, per cui non riteniamo di dover rispondere”.
A cura di Ilaria Quattrone
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"Credo che una persona che fa una cosa del genere meriti una pena severa. Ritengo anche che da mamma la pena più severa sarebbe già darsi la colpa": a dirlo a Fanpage.it è Viviana Pifferi, sorella di Alessia, la 37enne che è accusata di omicidio volontario per la morte della figlia Diana, la bimba di 18 mesi trovata cadavere nella sua casa a Milano perché la madre l'ha lasciata da sola per sette giorni.

Nella giornata di oggi, lunedì 8 maggio, si è svolta l'udienza davanti la Corte d'Assise di Milano. Il giudice ha rigettato la richiesta di perizia psichiatrica per valutare la capacità della 37enne a stare a processo. Durante l'udienza era presente anche la sorella.

Che tipo di rapporto aveva con sua sorella? 

Siamo sempre state molto diverse. Abbiamo quasi nove anni di differenza. Quando io ero un'adulta, lei era una ragazzina. C'è sempre stata una incompatibilità caratteriale. Non siamo mai state tanto legate. Poi siamo cresciute, ciascuna di noi ha avuto un figlio e pensavo che questo sarebbe stato un modo per avvicinarsi. Invece non è stato così, visto quello che ha fatto.

Quindi non vedeva spesso sua nipote?

Poco dopo che è nata, è esplosa la pandemia. Non potevamo vederla quanto avremmo voluto. Alessia era spesso a Bergamo dal suo compagno. Quando mia nipote era da mia madre, andavo a trovarla volentieri.

Sua sorella ha mai mostrato segni di cedimento o di patologie psicologiche?

No. Alessia sempre avuto un carattere burbero, spesso appariscente, sofisticato e ha sempre avuto poca voglia di lavorare. Quando sei sola, sei libera di fare ciò che vuoi. Speravo che cambiasse con la nascita della bimba. Probabilmente lo ha fatto, ma nel peggiore dei modi.

Ha saputo che sua sorella è stata vittima di insulti e minacce in carcere?

Sì. Ma so anche che in carcere, i detenuti pensano che i bambini non si tocchino.

Cosa pensa della decisione del giudice di respingere la richiesta di perizia psichiatrica?

Ho sentito le motivazioni del pm e del giudice. Secondo me è stato giusto così. Non penso che quanto fatto, sia avvenuto per un raptus. Si parla di un'azione che si è protratta per più giorni.

Sua sorella merita l'ergastolo? 

Penso che una persona che ha fatto una cosa del genere, debba ricevere una pena severa. Quella più dura, da mamma, è darsi già la colpa di quanto fatto. Quello che ha fatto, la rende indifendibile.

Sua sorella le ha scritto alcune lettere, ha mai risposto?

No, perché non ha mai mostrato sensi di colpa. In quelle lettere non ha un tono gradevole, ma accusatorio e sarcastico. Sostiene che siamo noi che ci dobbiamo sentire in colpa. Non avanza mai una richiesta di perdono, non mostra mai senso di colpa. Non riserva nemmeno parole per la bimba. Non ho mai visto in lei del senso di colpa, ma se lei si dovesse sentire così sono solo che contenta perché vorrebbe dire che ha un po' di umanità.

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