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La Prima della Scala senza pubblico dopo un secolo: evento con i migliori cantanti lirici del mondo

Il teatro alla Scala di Milano deve rinunciare alla tradizionale serata della “prima” del 7 dicembre, giorno di Sant’Ambrogio, a causa del Coronavirus. Annullata la Lucia di Lammermoor dopo i contagi nel coro e nell’orchestra. Ma il teatro lirico più famoso del mondo non rinuncia ad andare in scena. Ci sarà “A riveder le stelle”, una serata di musica e danza con 24 tra i migliori cantanti al mondo che eseguiranno le arie più famose del repertorio italiano e internazionale, ma anche con il balletto di Roberto Bolle, il tutto sotto la regia di Davide Livermore e la direzione di Riccardo Chailly. Un evento senza precedenti che sarà trasmesso in diretta su Rai1.
A cura di Simone Gorla
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Un secolo. Tanto era passato dall'ultima volta che la Scala di Milano aveva dovuto rinunciare a mettere in scena l'opera nella serata della "prima" del 7 dicembre, giorno di Sant'Ambrogio. Nemmeno durante la seconda guerra mondiale, sotto le bombe, lo spettacolo lirico più atteso del mondo era stato sospeso. Accade invece in questo 2020 che continua a sconvolgere anche le tradizioni più radicate. Dopo che il Coronavirus ha dilagato a Milano e all'interno del teatro, con contagi nel coro e anche nell'orchestra, il sovrintendente Dominique Meyer si è visto costretto ad annullare la messa in scena della Lucia di Lammermoor di Donizetti, direzione di Riccardo Chailly e regia di Davide Livermore.

A riveder le stelle, in diretta su Rai 1 lunedì 7 dicembre

Ma la Scala non rinuncia al suo 7 dicembre. Anche senza pubblico in platea, e senza la mondanità che contraddistingue da sempre la serata di Sant'Ambrogio. A teatro ci sarà "A riveder le stelle", una serata di musica e danza in collaborazione con Rai Cultura, che la trasmetterà su Rai 1, Radio 3 e Raiplay a partire dalle ore 17. Con la regia di Livermore e la direzione di Chailly, sul palco del Piermarini sfileranno ventiquattro tra le più grandi voci del nostro tempo. Un evento più unico che raro, reso possibile dalla pandemia che ha interrotto le attività nei teatri di mezzo mondo. I cantanti eseguiranno estratti di opere di Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti, Giacomo Puccini, Georges Bizet, Jules Massenet, Richard Wagner e Gioachino Rossini.

I migliori cantanti al mondo e le arie più famose di Verdi, Donizetti, Puccini

Le arie d’opera e i momenti di danza saranno collegati da testi recitati da attori, a significare la continuità tra le arti già indicata dal titolo che riprende “e quindi uscimmo a riveder le stelle”, il celebre verso con cui si chiude l’Inferno della Divina Commedia, nel settecentesimo anniversario della scomparsa di Dante Alighieri.  La platea e i palchi, privati del pubblico, saranno occupati dall'orchestra e dagli artisti. In una versione mai vista prima della scenografia della Scala, firmata dal regista insieme a Giò Forma, con le scenografie digitali di D-Wok.

Alla chiamata della Scala hanno risposto i cantanti Ildar Abdrazakov, Roberto Alagna, Carlos Álvarez, Piotr Beczala, Benjamin Bernheim, Eleonora Buratto, Marianne Crebassa, Plácido Domingo, Rosa Feola, Juan Diego Flórez, Elīna Garanča, Vittorio Grigolo, Jonas Kaufmann, Aleksandra Kurzak, Francesco Meli, Camilla Nylund, Kristine Opolais, Lisette Oropesa, George Petean, Marina Rebeka, Luca Salsi, Andreas Schager, Ludovic Tézier, Sonya Yoncheva. 

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Roberto Bolle protagonista nel balletto

Nella parte dedicata al balletto, che sarà diretta dal maestro Michele Gamba, saranno protagonisti l’étoile Roberto Bolle, i primi ballerini Timofej Andrijashenko, Martina Arduino, Claudio Coviello, Nicoletta Manni e Virna Toppi e i solisti Marco Agostino e Nicola Del Freo. Le musiche dei balletti sono di Pëtr Il’ič Čajkovskij, Davide Dileo, Erik Satie e Giuseppe Verdi. Le coreografie sono di Manuel Legris (che contribuisce alla serata con Verdi Suite, una creazione in omaggio alla musica italiana), Rudolf Nureyev e Massimiliano Volpini.

Appassionati tra curiosità e scetticismo: evitare l'effetto ‘concertone'

Tra gli appassionati di opera sono due i sentimenti prevalenti: la delusione per la rinuncia alla tradizionale serata di gala si accompagna alla curiosità."Eravamo già rassegnati quest'anno a non andare alla Scala. Si era già dato per perso il 7 dicembre come rito, sapevamo che non ci sarebbero stata la festa e la mondanità", spiega a Fanpage.it Alberto Mattioli, giornalista de "La Stampa" e critico, autore di "Pazzo per l'opera: istruzioni per l'abuso del melodramma" recentemente edito da Garzanti: "Ci sono due scuole di pensiero: da una parte chi sostiene non si poteva provare a mettere comunque in scena un'opera come si è sempre fatto. Dall'altra chi dice che è mancata la volontà di provare fino in fondo.

A Bergamo c'è appena stato il festival Donizetti Opera. Quindi non era impossibile", sottolinea Mattioli. "L'aspetto positivo, a parte la grande ricchezza del cast, una festa per gli appassionati di canto, è che non ci sarà l'effetto ‘concertone lirico', che sarebbe stato un po' avvilente. Si è cercato di costruire uno spettacolo vero. E Livermore ha tutte le caratteristiche per riuscirci perché è un grande artista".

Livermore con questo 7 dicembre dirige il terzo consecutivo. Cosa ci si può attendere dalla sua regia in questa prima senza precedenti? "Una volta archiviata la Lucia di Lammermoor si doveva fare una specie di gala, con tanti cantanti famosi. Sarebbe stata una scelta un po' rinunciataria. Per questo si è scelto di costruire una sorta di drammaturgia", spiega Mattioli. L'orchestra occuperà tutta la platea: "Non si possono togliere le poltrone, che verranno ricoperte con un tavolato. Così il teatro diventa un enorme palcoscenico. I coristi non contagiati saranno sui palchi. E poi ci sarà una sfilata di cantanti, con tutti i nomi più famosi. Canteranno 18 arie e 3 duetti".

La prima della Scala è anche business

La prima della Scala, però, è anche business. "I teatri più importanti nonostante il Covid sono in situazione abbastanza buona, perché lo Stato ha garantito il Fus (Fondo unico spettacolo) e non ci sono state spese di produzione", spiega ancora il critico. "Per le 14 fondazioni lirico-sinfoniche, i teatri ‘di serie A', il grosso della spesa sono gli stipendi. Con i dipendenti in cassa integrazione tutto sommato riescono a stare in piedi. Il problema è che avevano già venduto abbonamenti per stagioni che poi non si sono fatte, e l'assenza di incassi è grave per quei teatri, come la Scala, che vivono molto di botteghino (circa un terzo del bilancio)".

Per questo la messa in scena di "A riveder le stelle" è doppiamente importante. "La Rai garantisce la diretta tv e radio. La Scala ha contratti con tante emittenti e cinema e si doveva fare qualcosa anche per non rimetterci tanti soldi di diritti televisivi. Non bisogna dimenticare che la prima per la Scala è un grande successo economico: ogni anno faceva un nuovo record di incassi. Quest'anno non può essere così".

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