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La coppia di infermieri che ha salvato un uomo in metro: “Ecco perché il nostro è il lavoro più bello del mondo”

“Per fare l’infermiere ci vogliono testa e cuore”. Parla a Fanpage.it la giovane coppia che la sera dello scorso 20 marzo ha salvato la vita a un uomo in metro a Milano: “Sembrava solo svenuto, ma era in arresto cardiaco. Oggi vorremmo tanto sapere come sta”
A cura di Francesca Del Boca
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Simone Oliva e Francesca Taddio
Simone Oliva e Francesca Taddio

Ha fatto il giro d'Italia la storia di Francesca Taddio e Simone Oliva, la giovane coppia di infermieri che lo scorso 20 marzo a Milano ha salvato la vita a un uomo che si era accasciato in metropolitana. "Una notizia che speriamo possa far capire quanto è importante il nostro lavoro e il nostro ruolo nella società", raccontano oggi i due a Fanpage.it. "Ci chiamano eroi? Era il nostro dovere intervenire".

Prima compagni di corso all'università di Salerno, poi amici e infine fidanzati, Francesca e Simone hanno 25 anni e lavorano a Milano dal 2022: lei, calabrese di Orsomarso (Cosenza), è dipendente all'ospedale San Paolo, mentre lui, nato a Castellammare di Stabia nel Napoletano, è libero professionista. La sera del 20 marzo stanno tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro.

"Erano circa le 23.15, e stavamo scendendo alla nostra fermata di Lambrate", spiegano. "Dietro di noi, all'interno del convoglio, sentiamo un tonfo, e vediamo questo ragazzo che cade a terra. Inizialmente pensavamo fosse svenuto, poi abbiamo ascoltato il polso. L'attività respiratoria non c'era".

Con uno sguardo si mettono d'accordo. Francesca continua a misurare il polso, Simone sente la carotide con le dita e controlla se respira. La diagnosi è confermata e resta una sola cosa da tentare: il massaggio cardiaco. Lui inizia a premere sul sui petto con le mani per riattivargli il cuore, mentre lei chiama i colleghi dell'agenzia regionale di emergenza e urgenza. "Abbiamo capito immediatamente che si trattava di un arresto cardiaco. Con un segno d'intesa tra noi, abbiamo agito subito con il massaggio".

Dopo qualche compressione il ragazzo torna a respirare, e viene messo in posizione di sicurezza sul fianco. "L'abbiamo tenuto sveglio, cosciente. Abbiamo valutato che rispondesse a tutti gli stimoli. Eravamo gli unici a poter gestire quel genere di emergenza, e tutti i presenti si sono completamente affidati a noi", prosegue il racconto.

I due infermieri, in quel momento, vengono acclamati dai passanti. E elogiati da chi è venuto a conoscenza della loro storia. "Il nostro è il mestiere più bello del mondo. Ti gratifica tanto, abbiamo un ruolo fondamentale nella società. Una missione. Lo dico ai ragazzi di oggi: non abbiate paura di intraprendere questa professione, salvare la vita delle persone regala tante soddisfazioni. Studiate con la testa, sì, ma anche con il cuore".

Anche se il rovescio della medaglia, fatto di aggressioni in Pronto soccorso e turni massacranti, non fa ben sperare per il futuro. "Speriamo davvero che questa notizia possa aiutare a cambiare le cose. Con il Covid eravamo gli infermieri eroi, ora questa figura così esaltata sta pian piano scemando". E adesso? "Vorremmo tanto sapere come sta il ragazzo della metropolitana. Sarebbe bello se volesse mettersi in contatto con noi: se vuole, ci faccia sapere. Noi siamo qui".

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