444 CONDIVISIONI

La ballerina Mary Garret del Teatro alla Scala: “Anoressia e bulimia ci sono ancora nella danza”

Mariafrancesca Garritano, in arte Mary Garret, parla con Fanpage.it di disturbi del comportamento alimentare e danza e rivela l’amarezza davanti a un post di sensibilizzazione sul tema da parte del Teatro Alla Scala, lo stesso che nel 2011 l’aveva licenziata per aver raccontato le prassi malate nel mondo della danza.
A cura di Chiara Daffini
444 CONDIVISIONI
Mariafrancesca Garritano, in arte Mary Garret
Mariafrancesca Garritano, in arte Mary Garret

Quando ho visto quel post mi sono chiesta: "Chi vuole aiutare chi?". Mariafrancesca Garritano, ballerina del Teatro Alla Scala rivela a Fanpage.it la sua amarezza dopo l'iniziativa social del teatro che dodici anni fa la licenziò per aver raccontato i disturbi del comportamento alimentare nel mondo della danza.

Così il Teatro Alla Scala scrive sul suo profilo Instagram: "Per la Giornata nazionale del Fiocchetto lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, l’Associazione @ilfilolilla ha incontrato i nostri ballerini e artisti del coro come parte della campagna di sensibilizzazione promossa dal @ministerosalute".

Dalla pagina Instagram del Teatro Alla Scala
Dalla pagina Instagram del Teatro Alla Scala

Qual è stata la sua reazione davanti a questo post?

Mi ha fatta sentire male, ha riaperto una cicatrice che pensavo rimarginata, perché è mancato un passaggio: benissimo aderire alla giornata del fiocchetto lilla, però io sono stata una delle testimonial fondatrici di questa giornata e lo sono stata proprio nel periodo in cui ero stata  licenziata da quel teatro per aver parlato di disturbi alimentari. Eppure nessuno, dalla Scala, mi ha interpellata per questa iniziativa.

"Sotto al post ci sono messaggi di indignazione, ma pochi arrivano da colleghi attualmente in attività con me e nessuno dalle associazioni che sensibilizzano sui disturbi del comportamento alimentare, quelle stesse che mi avevano usata come testimonial per le loro campagne".

"Oggi quello stesso teatro che mi aveva licenziata si mette il fiocchetto lilla scordandosi da dove viene. Ed è un problema, non mio, ma di chi dimentica il dolore che passa anche attraverso le tante situazioni di “malcostume” nel mondo della danza".

Usa il tempo presente, le cose non sono cambiate?

"Ricevo ogni giorno tantissime testimonianze di persone che convivono ancora con la normalizzazione dell'anoressia e della bulimia nel mondo della danza. Ma sono per lo più testimonianze che poi restano anonime, perché il silenzio, lo stesso che calò 12 anni fa attorno alla mia denuncia tra i colleghi, va a braccetto con la malattia".

E con la paura di avere il suo stesso trattamento. Come è andata?

"Il mio libro, ‘La verità, vi prego, sulla danza!', era stato pubblicato nell'autunno del 2010 e venduto anche dal Teatro Alla Scala. Lì già raccontavo dei disturbi alimentari nel mondo del balletto. Il problema è stato quando ho parlato con un giornalista del The Guardian.

Immagine

Che cosa vi siete detti?

"Era appena uscito uno studio che registrava una danzatrice su 5 ammalata di disturbi alimentari. Il giornalista mi chiese se questa stima secondo me fosse corretta, risposi di sì, anche in base alla mia esperienza".

Ha sofferto di disturbi alimentari?

"Sì, a 16 anni mi ammalai di anoressia. Avevo iniziato a mangiare sempre meno, continuavo a pesarmi ed ero ossessionata dall'avere un corpo estremamente magro. Ma ho scoperto dopo di essere malata, perché negli ambienti della danza i disturbi alimentari sono ‘normalizzati'. È normale, per esempio, non avere il ciclo mestruale perché non si ha abbastanza massa grassa".

E dire questo era sconveniente?

"A me non sembrava di avere detto nulla di diverso da quanto avevo già scritto nel mio libro, ma a dicembre 2011, dopo aver rilasciato l'intervista a The Observer, il domenicale di The Guardian, ho ricevuto prima una sospensione poi una lettera di licenziamento. ‘Per giusta causa', in quanto ‘avevo leso l'immagine del teatro".

"Non capivo – continua Garritano – e gli stessi colleghi che si erano lamentati con me per quelle dinamiche restavano in silenzio oppure negavano quanto da me affermato. Mi sono sentita sola, poi ho scoperto che il silenzio è legato a doppio filo con la vergogna e con la paura".

In primo grado i giudici danno ragione al teatro, Appello e Cassazione decidono per il reintegro della ballerina. "Intanto però erano passati quasi cinque anni – precisa Garritano – e avevo perso occasioni che non mi si sono mai più ripresentate".

Mariafrancesca Garritano
Mariafrancesca Garritano

Come è stato il rientro a teatro?

"Ero partita con tutte le più buone intenzioni, volevo perdonare, pur senza dimenticare, e farlo per me stessa. Avevo bisogno di tornare sul palco, ma a livello professionale le condizioni che ho lasciato con il licenziamento non sono state assolutamente le stesse che ho ricevuto con la riassunzione".

Se potesse tornare indietro denuncerebbe ancora?

"Sì, senza dubbio. Credo di non aver detto o fatto nulla di male, solo mostrato la verità".

444 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views