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“In Lombardia solo 4 esami salvavita su 10 vengono erogati entro 72 ore”: la denuncia del Pd

In Lombardia solo 4 visite su 10 urgenti vengono eseguite entro le 72 ore. Anche in questa particolare area, crescono le liste d’attesa. Il sistema sanitario, infatti, non riesce a rispondere alla richiesta.
A cura di Ilaria Quattrone
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In Lombardia solo quattro esami urgenti su dieci vengono effettuati entro 72 ore. A rivelarlo sono alcuni consiglieri regionali lombardi, in forza al Partito Democratico che hanno effettuato alcuni accessi agli atti all'assessorato al Welfare. In particolare modo, gli esponenti politici hanno chiesto informazioni sulle prescrizioni ed erogazioni di esami diagnostici e visite specialistiche effettuate nel sistema sanitario pubblico nel primo semestre 2025. Dal primo gennaio 2025 al 30 giugno 2025 sono state prescritte ben 17.093.556 prestazioni suddivise tra urgenti (che vanno effettuate entro 72 ore), brevi (entro dieci giorni), differibili (entro trenta giorni per le visite ed entro 60 giorni per le prestazioni strumentali) e programmabili (entro 120 giorni).

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Tre sue quattro sono visite programmabili. Quelle urgenti sono solo l'1,55 per cento. Eppure, nonostante questo, il sistema sanitario regionale non riesce a soddisfare la richiesta. Solo quattro prestazioni su dieci vengono infatti erogate entro le 72 ore: anche in questo caso, quindi, crescono le liste d'attesa. È possibile che molte visite vengano effettuate pagando la sanità privata, ma che tante altre non vengano proprio effettuate. Molti cittadini, magari non potendosi permettere di pagare visite, potrebbero rinunciare a farsi visitare.

"È un dato allarmante perché dietro le prestazioni urgenti ci sono anche prestazioni salvavita o che possono permettere di salvare la vita", ha detto Gian Mario Fragomeli, vicesegretario del Partito Democratico lombardo che ha raccolto oltre centomila firme a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare che verte su universalità del servizio, centralità della prevenzione, priorità dei servizi territoriali e governo pubblico degli erogatori.

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"Cade quindi qualsiasi alibi da parte di Regione Lombardia sul fatto che i numeri delle prescrizioni siano particolarmente alti e non consentano una risposta da parte del sistema, perché abbiamo dimostrato oggi che il sistema va in affanno anche su una quota molto piccola, appena l’1,6% del totale". 

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