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Caso Eitan: il bimbo portato dal nonno in Israele

Il nonno di Eitan versa 50mila euro al nipote: così eviterà il carcere per il suo rapimento

I 50mila euro già versati al nipote Eitan per studi e cure come risarcimento per il presunto rapimento: l’11 settembre del 2021 il piccolo era stato portato in Israele dopo essere stato sottratto alla zia paterna, sua tutrice dell’epoca.
A cura di Francesca Del Boca
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Ha già versato 50mila euro di risarcimento al nipote Eitan, unico sopravvissuto al crollo della funivia del Mottarone, e raggiunto un accordo con la Procura di Pavia per patteggiare una pena (sospesa) sotto i due anni per la vicenda del presunto rapimento del piccolo. È il nonno materno del bambino Shmuel Peleg, accusato di aver sottratto il piccolo alla tutrice dell'epoca (la zia paterna Aya Biran) e di averlo portato in Israele l'11 settembre di un anno fa.

Il rapimento di Eitan in Israele da parte del nonno

Il bimbo di Pavia è l'unico sopravvissuto al crollo della funivia del Mottarone, la mattina di domenica 23 maggio del 2021, intorno alle 12.30: all'interno si trovavano 15 persone. Nella tragedia il piccolo Eitan, 6 anni, al momento gravemente ferito, ha perso gran parte della famiglia: padre, madre, fratellino e bisnonni.

L'11 settembre il nonno materno l'avrebbe portato di nascosto in Israele servendosi del complice Gabriel Alon Abutbul, che avrebbe fatto da autista fino in Svizzera (dove Shmuel Peleg e suo nipote sarebbero poi decollati per Tel Aviv): per questo sia il nonno di Eitan che Abutbul sono stati accusati di sequestro aggravato, sottrazione di minore all’estero e appropriazione indebita del passaporto. In Israele il piccolo è rimasto per tre mesi, fino alla decisione del tribunale locale di rimpatriare il minore in Italia.

La tragedia del Mottarone: chi sono gli indagati

Sono 14 gli indagati dalla Procura di Verbania per la tragedia del Mottarone, che portò alla morte le 14 persone che si trovavano all'interno della funivia crollata. Oltre ai tre indagati entrati fin dall'inizio nell'inchiesta ovvero il gestore della funivia Luigi Nerini, il direttore d'esercizio Enrico Perocchio, e il capo servizio Gabriele Tadini, figurano iscritti nel registro degli indagati anche tre rappresentanti della Leitner, la società altoatesina che si occupava della manutenzione dell'impianto di Stresa: Anton Seeber, presidente del Consiglio di amministrazione, Martin Leitner, consigliere delegato e Peter Rabansen, dirigente responsabile dell'assistenza clienti e delegato per l'ambiente e la sicurezza relativa agli impianti a fune.

Gli addetti alla manutenzione dell'impianto sotto inchiesta

Tra i dipendenti Leitner anche Rino Fanetti, che nel 2016 ha realizzato materialmente la testa fusa della fune precipitata al suolo. E ancora Fabrizio Pezzolo, rappresentante legale della torinese Rvs Srl, che si occupava della manutenzione delle centraline idrauliche, insieme al suo dipendente Davide Marchetto, responsabile tecnico degli impianti a fune. E ancora, Alessandro Rossi e Davide Moschitti della società Sateco srl. Infine Federico Samonini, legale rappresentante della società Scf Monterosa srl di Macugnaga, che ha realizzato interventi di manutenzione e controllo visivo delle teste fuse e le ha sostituite a scadenza, a eccezione della testa fusa della cabina numero 3.

Oltre alle persone fisiche ci sono inoltre le due società: Ferrovie del Mottarone, proprietaria dell'impianto, e Leitner, responsabile delle manutenzioni.

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