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Il delitto irrisolto di Marilena Negri, uccisa in un parco di Milano: i figli contro la richiesta di archiviazione

L’assassino di Marilena Negri era stato ripreso dalle telecamere, poi risultate inefficaci perché poco calibrate: non è stato mai identificato. La donna, 67 anni, era stata uccisa all’alba del 23 novembre 2017 mentre portava a spasso il cane nel parco di Villa Litta a Milano.
A cura di Francesca Del Boca
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L’assassino di Marilena Negri ripreso dalle telecamere a Milano
L’assassino di Marilena Negri ripreso dalle telecamere a Milano

Non è ancora chiuso il caso dell'omicidio di Marilena Negri, la 67enne uccisa con una sola coltellata al collo all'alba del 23 novembre 2017, mentre portava a spasso il suo cane nel parco di Villa Litta a Milano. E così, a distanza di otto anni da quel delitto ancora senza un responsabile, per la seconda volta i tre figli della donna si sono opposti alla richiesta di archiviazione dell'indagine: domani mattina mercoledì 8 ottobre davanti al gip Alberto Carboni si terrà infatti l'udienza per discutere la proposta di andare avanti ad indagare presentata più di tre mesi fa dal loro avvocato Martino Cavalleri.

Dell'assassino di Marilena, probabilmente un balordo che l'aveva sgozzata per rapinarla di una catenina, non ci sono infatti che delle immagini sfocate riprese da una telecamera di sorveglianza della zona, poi risultata inefficace perché poco calibrata. L'unico sospettato, un cittadino ucraino, è stato scagionato a novembre del 2015.

Da allora non ci sono più stati sviluppi, mentre la Procura va verso l'archiviazione dell'inchiesta: l'assassino della pensionata, immortalato dalle videocamere, rischia di rimanere dunque a piede libero. Mentre secondo l'avvocato della famiglia non si sarebbero approfondite a dovere le tracce di Dna maschile isolate sugli indumenti che la vittima indossava la mattina dell'omicidio, così come i tabulati del traffico telefonico degli utenti registrati nei pressi del parco: da ciò era derivata l'iscrizione nel registro degli indagati di una persona per la quale già nel 2023, secondo il pm Maurizio Ascione, era emerso un quadro "alquanto lacunoso".

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