Il Comune vieta di dar da mangiare ai piccioni, insorgono gli animalisti

Il Comune di Turate, della provincia di Como, si schiera contro i piccioni: con l'ordinanza n.133, l'amministrazione locale vieta su tutto il territorio la "somministrazione di mangime ai piccioni e ai colombi". Un modo, si legge, per evitare il proliferare di questi uccelli "potenziali portatori di malattie infettive".
Al fianco dei piccioni, però, si schierano gli attivisti del Movimento Centopercentoanimalisti: "Se il Comune non farà un passo indietro, sarà molto probabile una nostra azione in loco con sacchi di granaglie per i piccioni da disseminare in alcune zone strategiche di Turate".
L'ordinanza n.133
"L'ordinanza prevede la proibizione assoluta di nutrirli, sia negli spazi pubblici che privati, e fin qui nulla di nuovo", fanno sapere gli attivisti, "ma il Comune è andato anche oltre, inventandosi l'obbligo di dotare qualsiasi edificio di dissuasori contro la nidificazione".
Nel documento, infatti, si legge: "A chiunque abbia diritti su immobili oggetto di stazionamento e nidificazione di piccioni di provvedere, a propria cura e spese, alla disinfestazione delle superfici, alla rimozione dei cumuli di guano e di eventuali carcasse, l'allontanamento dei colombi con adozione di mezzi atti a impedire l'intrusione e lo stazionamento sugli immobili". Ad esempio, "chiusura di buchi, installazione di reti o dissuasori non cruenti".
La protesta degli animalisti
"Sistemi che spesso feriscono gli animali e a volte li uccidono", sottolineano gli animalisti che poi sottolineano anche: "È evidente che non può obbligare i proprietari privati a installare niente, men che meno a spese loro". La speranza dichiarata dai Centopercentoanimalisti è che i cittadini di Turate "facciano capire al Comune l'assurdità dell'ordinanza".
Per il momento, però, l'amministrazione del sindaco Alberto Oleari non sembra intenzionata a tornare sui propri passi. Anzi, ribadiscono come lo scopo dell'ordinanza in questione sia quello di "prevenire la nidificazione di piccioni, evitare lo stazionamento di stormi che imbrattano edifici e strade e che di conseguenza possono finire per rappresentare un veicolo di trasmissione di malattie, anche per l'uomo".