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Il caso del commercialista che ha rubato 300mila euro dal conto della zia: era il suo amministratore di sostegno

Un commercialista, spacciandosi per nipote acquisito, conquista la fiducia di un’anziana di 80 anni, si fa nominare suo amministratore di sostegno e in pochi mesi riesce a rubarle 300mila euro dal conto trasferendoli in un fondo sotto il suo controllo. Al momento, l’uomo è indagato per peculato dal Tribunale di Monza.
A cura di Giulia Ghirardi
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Immagine di repertorio
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Un commercialista ottiene la fiducia di un’anziana di 80 anni presentandosi come nipote acquisito. Poi, grazie a tale legame, riesce a farsi nominare amministratore di sostegno e ruba 300mila euro dal conto corrente della donna. Al momento, l'uomo è imputato davanti al Tribunale di Monza con l’accusa di peculato.

La vicenda

Il caso, ricostruito ieri in aula, è stato ripercorso da un’avvocata che oggi svolge il ruolo di nuova amministratrice di sostegno dell’anziana. I primi dubbi su un'ipotetica truffa erano nati quando la casa di riposo dove la donna era ospitata aveva segnalato il mancato pagamento delle rette, pari a circa 2.900 euro al mese. Anche le spese condominiali risultavano arretrate, tanto che l’appartamento dell’anziana era poi finito all’asta.

Un quadro apparentemente inspiegabile perché dai documenti bancari risultava che la donna disponesse di oltre 300mila euro sul conto corrente. L’amministratore di sostegno, nominato nel 2017, aveva giustificato la sparizione del denaro con una serie di prelievi e spostamenti, sostenendo che si trattasse di operazioni necessarie per un cambio di banca. Le indagini successive hanno, però, rivelato che la banca indicata come nuova sede dei depositi era già in liquidazione e, all’istituto che l’aveva assorbita, non risultava alcun conto intestato all’anziana. Questo perché i soldi, secondo l'accusa, sarebbero stati trasferiti in un fondo fiduciario di cui l’imputato avrebbe avuto il controllo.

Quando il giudice tutelare ha disposto la revoca dell’incarico di amministratore di sostegno, la situazione non si è risolta. Secondo la nuova amministratrice, il commercialista avrebbe infatti continuato a farsi accreditare la pensione dell’anziana, ignorando le richieste di consegnare le chiavi dell’appartamento. "Gli ho scritto e telefonato più volte, ma non ho mai ottenuto risposta", ha raccontato la donna in aula. "L’abitazione è stata infine pignorata e venduta all’asta, ma il ricavato non è bastato a coprire i debiti: la casa di riposo attende ancora il pagamento di alcune fatture".

È a questo punto che sono intervenute la Guardia di Finanza e la Procura di Monza che ha aperto un fascicolo per peculato. Il commercialista, che nel frattempo non si è mai presentato in aula, risulta però irreperibile: il tribunale gli ha assegnato un difensore d’ufficio, il quale, però, ha dichiarato di non essere riuscito a contattarlo. L'udienza finale sarà il prossimo 17 novembre.

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