Igor Squeo morto dopo un intervento di Polizia, dubbi sul referto medico: “L’ora scritta a penna non corrisponde”

Sono tante le domande a cui la famiglia di Igor Squeo cerca ancora risposta, dopo che il 33enne ha perso la vita all'alba di una domenica di giugno: l'uso di cocaina e la lite con un altro uomo, l'intervento della polizia, il taser usato quella notte e rottamato cinque mesi dopo, la somministrazione di un sedativo e i dubbi sul relativo previo monitoraggio. È su quest'ultimo punto che Fanpage.it ha cercato risposte all'interno del fascicolo aperto dopo la morte del 33enne. Fascicolo di indagini che, per la seconda volta, il pm chiede di archiviare, ritenendo la morte di Igor dovuta a un'intossicazione acuta da cocaina.
Tra i punti non chiari sulle dinamiche che hanno portato alla morte di Squeo, ci sarebbe una discrepanza tra quanto scritto a mano da chi ha registrato i parametri di Igor e quanto rilevato dal tracciato del saturimetro allegato alla relazione di primo soccorso. Si tratta, è bene precisarlo, di un'incongruenza la cui natura è ancora da chiarire ma che finora non ha trovato risposte esaustive.
L'ultima notte di Igor
Igor Squeo avrebbe trascorso la serata di sabato 11 giugno 2022 in compagnia di un uomo appena conosciuto, con il quale aveva progettato di andare in discoteca. Prima di raggiungere il locale, i due sarebbero passati a casa di Igor per cambiarsi ed è qui che il 33enne avrebbe assunto cocaina, diventando agitato e violento.
Sarà un terzo uomo, il coinquilino di Squeo, ad allertare le forze dell'ordine, preoccupato per la lite che aveva sentito scoppiare in camera di Igor. Quindi l'intervento della polizia, con sette volanti, e di automedica e ambulanza, per sedare Igor e medicare l'altro ragazzo, ferito in modo lieve.
Tutti gli agenti e gli operatori sanitari intervenuti hanno confermato il forte stato di agitazione di Igor, con l'aggiunta, da parte del personale medico e paramedico, che "l'uomo si trovava in posizione prona, ammanettato mani e piedi e con diversi poliziotti intenti a contenerlo".
Il sedativo e il monitoraggio
Il primo arresto cardiocircolatorio di Igor sopraggiunge alle 4:15 del 12 giugno, poco dopo la somministrazione del Propofol, un anestetico usato in funzione sedativa e che, secondo le Linee Guida sulla sedazione, richiede obbligatoriamente, prima di essere iniettato, di monitorare il livello di ossigenazione del sangue, in quanto tale farmaco può deprimere le vie respiratorie.
Dalla tabella scritta a mano e inserita nella relazione di primo soccorso, tale prassi parrebbe rispettata: inizio del monitoraggio alle 4:09 con ossigenazione al 94 per cento. Eppure il tracciato del monitor a cui il saturimetro era collegato riporta informazioni diverse: si accende alle 4:14:28 e dopo gli autotest rileva i primi parametri alle 4:14:58. Sul tracciato si legge "allarme SpO2 bassa 82%", quindi il livello di ossigenazione, stando a questi ultimi dati, sarebbe stato ben al di sotto del range di normalità, così considerato quando è sopra il 95 e il 100 per cento.

Le testimonianze dei soccorritori
Il medico presente sul posto è l'unico, tra i testimoni, a confermare in maniera esplicita di aver monitorato il paziente prima della sedazione, prassi che la stessa professionista riporta sulla relazione di primo soccorso.
Più vaghi sembrerebbero i racconti degli altri operatori e agenti presenti, tutti concordi nel riferire che, visto lo stato di agitazione di Igor, non era stato possibile metterlo supino e smanettarlo, come richiesto dalla dottoressa, e che si era proceduto quindi all'accesso venoso e alla somministrazione del sedativo, senza però specificare se fosse stato o meno monitorato in precedenza.
Solo una volontaria della Croce Rossa, ascoltata nelle indagini difensive, fornisce una descrizione meno generica: "Facevano difficoltà per l'agitazione dello Squeo. Io ero li davanti e non ricordo se gli abbiano applicato il saturimetro. […] La procedura corretta sarebbe stata supinarlo, monitorare i parametri e poi valutare la sedazione, ma l'agitazione dello Squeo non lo consentiva. Ricordo che i medici e la polizia ci hanno provato ma non era stato possibile, quindi era rimasto prono, una posizione che non favoriva l'ossigenazione. Non abbiamo nemmeno potuto somministrargli ossigeno, come sarebbe stato meglio, sempre per lo stato di agitazione: non lo avrebbe tollerato".
Nuove indagini?
Dopo la prima richiesta di archiviazione, la legale della famiglia Squeo, avvocata Ilaria Urzini, fa ricorso annotando proprio questa anomalia: "L'orario del primo arresto cardiocircolatorio risulta dalla relazione risalente alle 4.15 del 12.06.2022 (ancorché corretto a penna), per cui risulta che o il saturimetro è stato applicato contestualmente alla sedazione o che, se l'arresto cardio circolatorio è avvenuto dopo, in ogni caso il livello di ossigenazione del sangue rilevato non consentiva di procedere a sedazione".
Sull'argomento ritorna quindi il gip, nell'ordinanza in cui chiede indagini suppletive, respingendo la prima richiesta di archiviazione: "In ragione dell'imprevedibilità degli effetti del Propofol, come affermato nella consulenza tecnica della Procura, è necessaria un'attività di indagine volta ad accertare la conformità della somministrazione del Propofol rispetto a quanto previsto dalle Linee Guida, anche nell'ipotesi di un paziente con un'intossicazione acuta da cocaina e in una condizione di insufficienza respiratoria".
Nemmeno dopo tale richiesta, tuttavia, sembrerebbe essere arrivata una risposta chiarificatrice su un passaggio così delicato: nelle nuove audizioni dei testimoni la questione non viene trattata. Intanto, per una seconda volta, il pm ha chiede l'archiviazione del caso.