“Grave falla, è solo la punta dell’iceberg”: la denuncia del Garante dopo l’evasione di Taulant Toma da Opera

"Non è facile commentare un fatto del genere", ha esordito a Fanpage.it Luigi Pagano, Garante dei detenuti di Milano, dopo l’evasione del 41enne Taulant Toma dal carcere di Opera. L'uomo, già protagonista di altre fughe in passato, lo scorso 7 dicembre è scappato segando le sbarre della cella e calandosi con lenzuola annodate, riuscendo poi a scavalcare il muro di cinta di uno degli istituti penitenziari considerati "più sicuri del Paese". Pagano ha chiarito sin da subito che, trattandosi di un reato, sarà la magistratura ad accertare eventuali responsabilità, ma non ha esitato a definire l’accaduto "una grave falla nel sistema".
L'evasione di Taulant Toma
Taulant Toma è ricercato in tutta Italia. Lo è da quando, lo scorso 7 dicembre, è evaso dal carcere di Opera (Milano) dove si trovava per una serie di furti, rapine, armi e precedenti per droga.

Secondo quanto ricostruito sino a questo momento, grazie ad alcuni attrezzi sottratti dall'area lavoro, il 41enne avrebbe segato le sbarre alla finestra della cella sino a creare un piccolo buco attraverso il quale si sarebbe poi calato con una fune fatta di lenzuola. Infine, Toma avrebbe scavalcato la cinta muraria con alcuni pali di scopa e un gancio metallico assemblati tra loro.

Il sospetto – secondo gli inquirenti – è che il 41enne possa essere già scappato dal territorio nazionale per ricongiungersi a qualche gruppo criminale del Nord Europa.
"È normale ciò che non dovrebbe esserlo": la denuncia del Garante
"È un evento molto negativo per l’istituzione", ha ribadito a Fanpage.it il Garante dei detenuti di Milano, Luigi Pagano, sottolineando però che per comprendere realmente l'accaduto non si può non considerare il contesto nel quale si è verificato. "Sovraffollamento e carenza di personale sono problemi enormi: i nostri istituti spesso hanno il doppio dei detenuti previsti, mentre il personale diminuisce sempre di più", ha spiegato, sottolineando come sia "diventata normalità l’anormalità".
Già lo scorso 24 ottobre 135 detenuti di Opera avevano scritto una lettera per denunciare una serie di presunte criticità all'interno del carcere che aveva poi portato la deputata del Pd Silvia Roggiani a presentare un’interrogazione al ministro della Giustizia per chiedere "iniziative urgenti". Oltre alla mancanza di medici e di acqua calda e la presenza invasiva di muffa, i detenuti segnalavano proprio un grave indice di sovraffollamento. "Questo dimostra che i problemi esistono al di là dell’evasione di Toma" e che problematiche del genere non dovrebbero essere prese in considerazione soltanto quando si verifica "un fatto eclatante", ha continuato Pagano.
Riguardo al caso specifico, il Garante ha aggiunto che "la carenza di personale rende più complesso garantire controlli più intensi per i detenuti considerati ad alta pericolosità" come nel caso di Toma. Questo perché, "sicurezza non vuol dire solo evitare le evasioni", ha rincarato. Vuol dire anche "controlli nelle celle, durante i colloqui, evitare contatti con l’esterno". Tuttavia, "più detenuti ci sono, più le incombenze aumentano e la mancanza di personale diventa evidente".
Per questo motivo, secondo il Garante, casi come questo rischierebbero di minare la credibilità dell'intero apparato penitenziario che oggi "sta andando a rotoli", ha concluso Pagano a Fanpage.it. "Questa evasione è solo la punta dell’iceberg. Se davvero si vuole evitare che si ripetano fatti come questo, l'unica soluzione è rivedere l’intero sistema".