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Gli studenti occupano il liceo classico Carducci a Milano: il picchetto fuori da scuola

Nella mattinata di oggi mercoledì 3 aprile gli studenti hanno occupato il liceo classico Carducci di via Bertolo di Milano: i ragazzi hanno fatto picchetto all’esterno.
A cura di Matilde Peretto
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(foto di repertorio)
(foto di repertorio)

Occupato il liceo classico Carducci di via Bertolo. La presa della scuola superiore milanese è iniziata questa mattina. Gli studenti non sono entrati in classe e hanno fatto picchetto all’esterno per poi dichiarare occupato l’istituto. In un comunicato fatto circolare dai ragazzi, gli studenti spiegano le loro motivazioni.

"Oggi abbiamo occupato il nostro liceo. Vogliamo innanzitutto precisare che questo gesto politico, senza dubbio di forte impatto, non è rivolto al nostro singolo istituto, ma all’intero sistema in cui ci troviamo. Noi non siamo solo studentə, ma la generazione che dovrà costruire il futuro di questa società, siamo cittadinə, per questo vogliamo e dobbiamo viverla attivamente. Non vogliamo imparare ad adattarci o a sopravvivere".

"Abbiamo bisogno – continua il comunicato – di una scuola che ci dia gli strumenti per sviluppare un pensiero critico in grado di migliorare la realtà di oggi, abbiamo bisogno di una scuola che ci insegni ad affrontare il futuro. Siamo contro un’istruzione scolastica che ci nutre di rassegnazione. La nostra sofferenza è diventata unione per costruire collettivamente un futuro diverso da quello che ci viene offerto".

All'interno del comunicato è riportato un sondaggio che gli studenti hanno condiviso con l'intera scuola e al quale hanno risposto quasi la metà. Le domande poste toccano diversi temi: se gli studenti si sentono sicuri dopo i fatti di Pisa (quando alcuni studenti sono stati presi a manganellate della polizia), se il miglioramento della scuola sia una delle priorità del governo, se gli argomenti di attualità come la guerra in Palestina siano trattati a scuola, e altre. Le risposte degli studenti  sono maggiormente negative.

Gli studenti tengono a precisare che sono contro il giornalismo che definiscono manipolatorio, poco trasparente e che "gioca con le emozioni per indirizzare l'opinione pubblica". Non si sentono rappresentati e tanto meno ascoltati (utilizzano sempre la "ə" per evitare qualsiasi discriminazione di genere).

Concludono dicendo di non voler condividere con i giornali altre informazioni oltre a quelle presenti nel comunicato: "Già in precedenza hanno dimostrato di non portare avanti una narrazione chiara e imparziale. Non vogliamo che le motivazioni e le dinamiche di questa occupazione vengano filtrare da canali di comunicazione propagandistici e parziali".

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