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Varese, folla in piazza contro il coprifuoco: fumogeni, canti e slogan anti governo

Protesta questa sera nel centro di Varese contro il coprifuoco e le altri misure anti coronavirus. Alcune centinaia di persone si sono radunate nel centro della città. Fumogeni, slogan, cartelli contro il governo e comizi dal palco. Per timore di disordini il sindaco Davide Galimberti aveva chiesto alla Prefettura di sospendere il corteo.
A cura di Simone Gorla
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Alcune centinaia di persone si sono radunate questa sera nel centro di Varese per protestare contro il coprifuoco e le altri misure anti coronavirus disposte dal Dpcm del governo e dalle ordinanze regionali. Fumogeni, slogan, cartelli contro il governo e un comizio improvvisato in cui hanno preso la parola diversi manifestanti per esprimere il loro dissenso nei confronti delle restrizioni, ma anche contro l'uso della mascherina.

Protesta anti coprifuoco a Varese: fumogeni e folla in centro

I partecipanti si sono radunati in piazza Montegrappa con lo slogan "Varese non si piega". Alla manifestazione, organizzata tra gli altri anche da gruppi ultras cittadini, ben visibili le bandiere tricolore e  gli striscioni contro il governo. I presenti hanno intonato l'inno di Mameli. Non si sono verificati al momento i temuti disordini, dopo gli episodi di guerriglia urbana e scontri con la polizia avvenuti nei giorni scorsi a Napoli, Roma e Milano.

Il sindaco aveva chiesto di bloccare la manifestazione

Proprio per evitare problemi di ordine pubblico il sindaco Davide Galimberti aveva chiesto di sospendere il corteo di protesta, attraverso una lettera al prefetto Dario Caputo e al questore Giovanni Pepè. Tra le motivazioni i "principi di precauzione e di tutela della salute", nonché "fondate motivazioni di ordine sanitario". Nel testo il sindaco avvertiva dei rischi di emulazione delle "tensioni che si sono verificate in altre città del Paese e che hanno visto la partecipazione di gruppi organizzati che, sfruttando il legittimo diritto di parte della popolazione a esprimere il proprio dissenso, hanno generato vere e proprie scene di guerriglia urbana", si legge nella lettera, "che unitamente ai danni, vetrine imbrattate o distrutte, non aiutano certamente la ripresa economica ma, al contrario, non possono che accentuarla".

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