Caso dati rubati, si difende Leonardo Maria Del Vecchio: “Ho avuto paura, sono stato truffato”

Ha spiegato di non aver "mai chiesto di esercitare alcuna attività illegale" e anzi ha raccontato di essere caduto in una "truffa" a opera dei personaggi legati all'agenzia di investigazione Equalize, come l'ex carabiniere Vincenzo De Marzio e il tecnico informatico Nunzio Samuele Calamucci. Ha parlato di "paura", di presunte intimidazioni, di essersi sentito "estorto" e, infine, di un tentativo di "minare l'asse" tra lui e Francesco Milleri, l'ad di EssilorLuxottica.
Così si è difeso durante l'interrogatorio del 21 novembre scorso Leonardo Maria Del Vecchio, tra i figli del patron di Luxottica morto nel 2022, nelle 140 pagine di trascrizioni. L'imprenditore era indagato nell'ambito dell'inchiesta della Dda di Milano su dossieraggi e dati rubati per concorso in accessi abusivi, accusato di aver commissionato come cliente alla società di investigazioni e analisi Equalize srl accessi non autorizzati a database strategici per ottenere informazioni riservate su suoi familiari e sull'ex fidanzata (ma la sua posizione non è nella recente chiusura indagini): secondo gli inquirenti, le richieste di Leonardo Maria sarebbero state connesse in particolare alla gestione della complessa situazione ereditaria, per tutelare i propri interessi all’interno del gruppo famigliare, e al tentativo di installare un trojan sul cellulare della compagna Jessica Serfaty per monitorarne le comunicazioni e la posizione.
Il rampollo della dinastia Luxottica, che attraverso la holding Delfin controlla importanti partecipazioni in Mediobanca, Generali, Luxottica e altro, ha ribadito in questa occasione che tra lui e l'amministratore delegato Francesco Milleri c'è sempre stato un rapporto solido e anzi, anche "grazie a lui siamo riusciti a liberarci di queste due persone”, riferendosi in particolare, a quanto pare, a Vincenzo De Marzio e Nunzio Samuele Calamucci, legati all'agenzia Equalize.