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Donna picchiata dal vicino perché africana, Regione promette di allontanare l’aggressore dal palazzo popolare

Reine Atadieu aveva denunciato a Fanpage.it le violenze subite da un vicino nelle case popolari di Pavia. Oggi la Regione si impegna ad allontanare l’aggressore.
A cura di Chiara Daffini
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Reine Atadieu Djomkam
Reine Atadieu Djomkam

"La giunta si impegna ad attivarsi da subito con le altre istituzioni coinvolte, in primis la Prefettura, per mettere fine alla violenza denunciata dalla signora Reine Atadieu, provvedendo allo sgombero dell’aggressore". È questo l'impegno preso da Regione Lombardia in seguito alla drammatica vicenda portata alla luce da Fanpage.it, che nelle scorse settimane aveva raccontato la storia della 36enne camerunense Reine Atadieu e delle sue figlie di 19 e 12 anni, tutte e tre costrette a vivere "murate" in casa per paura delle aggressioni fisiche e verbali che dal 2021 subiscono da parte di un vicino.

L'uomo violento, occupante senza titolo di un appartamento nello stesso stabile popolare in cui Reine vive con le figlie nella periferia nord di Pavia, le aveva più volte minacciate di morte e picchiate, incurante delle numerose denunce che nel corso degli anni la signora Atadieu aveva presentato alle forze dell'ordine e all'ente regionale proprietario del condominio.

"Murate" in casa per paura

"All'inizio nessuno mi credeva – aveva raccontato Reine Atadieu a Fanpage.itperché era la mia parola contro la sua. Per questo ho iniziato a documentare le molestie che subivamo io e le mie figlie: dai biglietti di insulti lasciati sulla porta alle aggressioni fisiche e verbali". Tra le prove raccolte un video agghiacciante in cui si vede l'uomo picchiare Reine con un porta ombrelli e dirle, in un altro video ancora: "Se sali ancora di qua ti scanno come un maiale, sei nel mio Paese!"

Reine Atadieu Djomkam, durante e subito dopo l’aggressione ad agosto 2025
Reine Atadieu Djomkam, durante e subito dopo l’aggressione ad agosto 2025

Aggressioni che per quasi cinque anni e nonostante le ripetute denunce sono andate ben oltre il già deprecabile razzismo, costringendo Reine e le sue figlie a uscire il meno possibile di casa e seminando il panico nel palazzo, in cui risiedono per lo più persone anziane.

Aler, l'azienda lombarda di edilizia residenziale proprietaria dello stabile, dopo la diffusione della notizia aveva spiegato che l'aggressore di Reine Atadieu vive, senza averne titolo, nell’alloggio di un altro inquilino del palazzo, che ne è invece ufficialmente intestatario. Quest'ultimo, si leggeva nella nota di Aler, "è seguito dai servizi sociali per gravi difficoltà personali" e ha accettato di ospitare quello che poi si è rivelato un uomo violento "solo in quanto minacciato e intimorito dallo stesso". Fino a non poter più restare nella propria casa, oggi di fatto abitata dal solo "ospite".

Si giustificava quindi Aler: "Non trattandosi di occupante abusivo, ma di un ospite senza titolo di permanenza […] Aler non può sfrattare il soggetto violento che vive in casa di un suo affittuario regolare. Piuttosto potrebbe essere preso in carico dalle Forze dell’Ordine dopo svariate denunce"

La risposta di Regione Lombardia

Aler è un ente collegato a Regione Lombardia e proprio a quest'organo è arrivata la mozione della consigliera regionale in quota Pd Carmela Rozza, che ha chiesto l'allontanamento del soggetto violento, la massima tutela per la signora Atadieu e le sue figlie e l'impegno all'assessore alla Casa e housing sociale Paolo Franco a "[…] continuare a operare con la massima urgenza presso tutte le istituzioni competenti per mettere fine a tutti i casi simili […]".

La mozione è stata approvata in Consiglio, dopo l'intervento dell'assessore Paolo Franco: "Ritengo che è consolidato che noi [Aler e Regione, ndr] non possiamo sostituirci alle forze dell'ordine perché questo è un mandato che non abbiamo, […] purtroppo non è una questione di metodo non applicato […]: i vertici di aler hanno sempre chiesto l'allontanamento informando le autorità competenti e gli amministratori di sostegno del reale intestatario, […] l'inquilino era tra l'altro violento anche nei confronti del personale Aler […]. Abbiamo comunicato al prefetto, all'amministratore di sostegno [dell'intestatario dell'appartamento occupato dal soggetto violento, ndr], al Comune [di Pavia] e alla Procura della Repubblica questa situazione. […] Spostare la persona che ha subito violenza è paradossale, va contro ogni principio di diritto, ma di fronte a tutti questi passaggi documentati e documentabili, non mi sento di denunciare questo tipo di intervento […] Colgo invece l'occasione di tale mozione per auspicare che situazioni di rischio del genere vengano affrontate anche dalle prefetture con tempistiche diverse".

Una nuova casa per Reine

Dopo anni di denunce e segnalazioni, Aler ha finalmente trovato un nuovo alloggio per Reine, che in seguito all'ultima aggressione, una decina di giorni fa, si è rifugiata a vivere da un'amica insieme alle ragazze: "Speriamo di poter essere nella nuova casa entro Natale – commenta Reine a Fanpage.it -, per ora stiamo aspettando che vengano messi gli allacciamenti a luce e gas, dobbiamo anche risolvere un problema di muffa. So che non dovevamo essere noi ad andare via, ma ora l'importante è non essere più costrette a vivere nella paura".

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