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Debiti con bar e locali, giudice di Milano si mette in aspettativa: “Mi pento profondamente”

Il giudice Piero Gamacchio del Tribunale di Milano ha chiesto l’aspettativa e anticipato la pensione: Gamacchio ha infatti confermato di aver accumulato debiti con bar, ristoranti, boutique e un avvocato di Milano. “Mi profondamente di quanto fatto e porrò al più presto rimedio”, avrebbe poi assicurato.
A cura di Ilaria Quattrone
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Foto di repertorio
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Ha accumulato debiti con bar, ristoranti, una titolare di una boutique della città e anche un avvocato. Debiti che, in alcuni casi, toccavano le migliaia di euro. Per questo motivo il giudice del tribunale di Milano Piero Gamacchio, 68 anni, attualmente alla corte d'Appello, ha deciso di mettersi in aspettativa e anticipare la pensione. Comacchio è tra i più stimati all'interno del Tribunale di Milano: si è infatti occupato di processi storici come quelli a Bettino Craxi e Roberto Maroni, alla coppia dell'acido o a quelli su Finmeccanica e Montepaschi. Ha inoltre redatto la sentenza del crack del Banco Ambrosiano, considerata la più lunga della storia della giustizia italiana.

Le lamentele raccolte in un post su Facebook

Alcuni giorni fa, il giornalista Gianluigi Nuzzi aveva raccolto sui social delle lamentele da parte di diversi creditori nei confronti di un giudice del tribunale di Milano. Lanciata la notizia, dopo alcuni giorni Piero Gamacchio ha rivelato di essere lui il responsabile. Lo stesso Nuzzi ha infatti riportato le parole del giudice milanese: "Il giudice dei conti non pagati fa un clamoroso passo indietro. Svolta nel caso del giudice milanese Piero Gamacchio, dopo che avevo scoperto come non pagasse i conti di lussuosi ristoranti e boutique né onorava un debito da 40mila euro con un penalista milanese".

Gamacchio avrebbe infatti affermato che quello riportato corrisponde alla verità e che stava già pensando a un successivo adempimento: "Ci tengo però a sottolineare il fatto che mai, in alcun modo mai, questi fatti possano aver influito nella mia attività di giudice, attività che ho sempre svolto con libertà e indipendenza". Il giudice ha poi precisato che si pente profondamente di quanto fatto e "porrò al più presto rimedio".

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