Cosa sappiamo sul caso dei 10 infermieri uzbeki in arrivo al Fatebenefratelli di Milano che dormiranno in ospedale

“Dormiranno in una zona dell'ospedale che è stata riqualificata come guest house per accoglierli”. A riferirlo è l'assessorato al Welfare di Regione Lombardia che ha spiegato a Fanpage.it che i primi 10 infermieri provenienti dall’Uzbekistan, attesi tra la serata di oggi, venerdì 10 ottobre, e la mattina di domani, saranno domiciliati all’interno dell’ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano.
L’iniziativa rappresenta la fase iniziale di un programma di cooperazione sanitaria avviato lo scorso giugno, in seguito alla visita a Tashkent del presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dei vertici della Direzione Welfare che ha l'obiettivo di rafforzare gli scambi formativi e professionali tra i due Paesi, creando un canale stabile di collaborazione nel settore sanitario. Durante il loro soggiorno di circa tre mesi, gli operatori uzbeki seguiranno un percorso di formazione clinica e teorica in diversi reparti dell’ospedale – tra cui pronto soccorso, terapia intensiva, cardiologia, nefrologia, oncologia e area pediatrica – affiancati da tutor infermieristici e mediatori linguistici.
Infermieri ospitati in una “guest house” interna all’ospedale
A differenza di quanto accade solitamente per personale in formazione o in missione, i dieci infermieri non saranno alloggiati in appartamenti del sistema regionale né in strutture alberghiere convenzionate, ma vivranno direttamente all’interno dell’ospedale in una zona inutilizzata che è stata “riqualificata come guest house per accoglierli”, hanno spiegato dall’assessorato al Welfare a Fanpage.it. “Si tratta di uno spazio non più destinato ad attività sanitarie, completamente ristrutturato e dotato di stanze, un salotto e una cucina. Non parliamo di soluzioni di fortuna, ma di ambienti accoglienti pensati per un soggiorno temporaneo”. Temporaneo, appunto. Perché il futuro di questi spazi, come confermato a Fanpage.it è tutt’altro che chiaro: “La loro destinazione definitiva sarà oggetto di valutazione solo dopo questi mesi di prova”.
Quello che rimane ora da chiedersi è se la Lombardia e il Fatebenefratelli siano davvero pronti ad accogliere questi infermieri e gestire quello che l’assessore al Welfare Guido Bertolaso ha definito "un modello di cooperazione internazionale in grado di unire formazione, competenze e solidarietà”. Entro il 2026, infatti, è previsto l’arrivo di altri 210 professionisti per la "costruzione di una rete sanitaria condivisa e internazionale", ma sulla loro collocazione futura, al momento, l'assessorato non ha saputo dare risposte. Rimane da chiedersi se allora, all'interno dell'ospedale, ci sarà ancora spazio per tutti.