Cosa ha detto il Financial Times su Milano e perché c’entra l’uomo più ricco d’Egitto

Il fascino della dolce vita milanese, ma soprattutto la flat tax e un regime fiscale favorevole ai super ricchi: sono principalmente questi i motivi che stanno attirando a Milano sempre più residenti benestanti provenienti dall'estero. Tra loro anche Richard Gnodde, vicepresidente di Goldman Sachs, Rolly van Rappard, fondatore di CVC Capital (una società finanziaria britannica) e Nassef Sawiris, l'uomo più ricco d'Egitto. Lo riporta in un suo articolo il quotidiano britannico Financial Times.
Le persone ricche a Milano sono aumentate soprattutto negli ultimi 12 mesi, dopo che nell'aprile del 2024 il Regno Unito ha abolito il regime fiscale "non dom", cioè destinato alle persone con residenza fiscale nel Paese e che vivono nel Regno Unito, ma hanno domicilio altrove. Il sistema di calcolo delle tasse basato sul domicilio è stato sostituito da un altro basato sulla residenza.
Il regime fiscale italiano, invece, permette ai nuovi residenti stranieri di pagare una flat tax, un'imposta fissa, di 200mila euro all'anno su qualsiasi reddito o patrimonio complessivo per un massimo di 15 anni. Permette anche di non pagare la tassa di successione sui beni non italiani durante quel lasso di tempo. L'Italia risulta vantaggiosa anche per i fondi di investimento di private equity, che qui sono sottoposti a tasse inferiori rispetto a quelle del Regno Unito.
L'arrivo di nuovi ricchi dall'estero ha però avuto anche ricadute negative sulla città, generando fenomeni di gentrificazione, con l'espulsione degli abitanti dalle loro aree. La riqualificazione di alcune zone, occupate da residenti sempre più ricchi, ha fatto aumentare il valore degli immobili, degli affitti e del costo della vita di quegli stessi quartieri, obbligando molti dei vecchi residenti a lasciare le loro case perché incapaci di sostenere i rincari.
Qualche malumore, riferisce il Finanancial Times, per la verità c'è anche ad alti livelli: un banchiere italiano, per esempio, si sarebbe lamentato del fatto che i nuovi arrivati nella sua azienda percepiscono stipendi molto più alti, paragonabili a quelli di Londra, mentre i colleghi milanesi continuano a guadagnare molto meno.