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Condannato all’ergastolo per due omicidi: ora può uscire dal carcere per andare a lavorare

Dopo 9 anni di detenzione, Franco Virgato ha ottenuto l’autorizzazione per uscire dal carcere e andare a lavorare nonostante la pena dell’ergastolo da scontare.
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Franco Virgato è stato condannato all'ergastolo già nel 2014, prima ancora di scoprire – l'anno successivo – che avesse commesso anche un secondo omicidio, oltre a quello di Ernesto Albanese. La sua seconda vittima era Salvatore Deiana. Per questi due delitti, l'uomo ha scritta sul suo casellario giudiziario la frase "fine pena: mai". Eppure da settembre del 2023 il magistrato di Sorveglianza gli ha concesso di poter usure ogni giorno, dal lunedì al venerdì, dal carcere di Bollate, dove è recluso, per andare a lavorare. E, fra chi grida allo scandalo, c'è invece chi ricorda che la funzione della pena in Italia è riabilitativa, anche per chi dovrà passare l'intera vita in cella.

Ergastolano esce per andare a lavorare

Ogni mattina, dal lunedì al venerdì, Franco Virgato, 53enne di Appiano Gentile, in provincia di Milano, vede aprirsi davanti a sé il portone blindato del carcere di Bollate, dove è rinchiuso da ottobre 2014. Dopo quasi dieci anni, infatti, ha ottenuto il permesso per andare a lavorare: il giudice di Sorveglianza gli ha concesso di recarsi presso una società di autotrasporti di Paderno Dugnano per svolgere le mansioni a lui assegnate.

Virgato dovrà passare il resto dei suoi giorni in carcere (eventualmente in futuro potrebbe ottenere gli arresti domiciliari, ma non è neanche detto), ma intanto dallo scorso settembre ha la possibilità di prendere una breve boccata d'aria prima di rinchiudersi in un ufficio, dove lavora. Una decisione che il tribunale gli ha concesso anche in virtù del suo comportamento dietro le sbarre.

Virgato condannato per due omicidi

Virgato è stato condannato per due omicidi. Il primo risale al 2014 e la vittima era Ernesto Albanese, che fu rapito e portato in un bosco del Comasco dove è stato accoltellato più volte da Virgato e i suoi complici (tutti ritenuti vicini alla ‘ndrangheta) e lasciato morire da solo in mezzo agli alberi. Il secondo invece è stato scoperto soltanto nel 2015, ma risale al 2009. La vittima è Salvatore Deiana, storico rivale di Virgato: il suo corpo è stato ritrovato seppellito in un bosco di Oltrona San Mamette, ben 7 anni dopo la sua scomparsa.

Nonostante l'efferatezza di questi omicidi, oggi Virgato ha ottenuto questi permessi: non per andare a fare una passeggiata, è bene chiarirlo, ma per poter lavorare e contribuire anche personale alle spese del costo della vita in carcere. Per qualcuno è una vergognosa distorsione del sistema giudiziario italiano, per altri la messa in pratica di quello che prevede la nostra Costituzione, ovvero la funzione rieducativa della pena. E quali migliore rieducazione del lavoro?

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