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“C’è chi si meraviglia di vedere una donna nei vigili del fuoco ma sono tutti contenti”: la storia di Roberta

Una lunga carriera davanti come vigile del fuoco: oggi Roberta Ursi, 29 anni, è ispettrice e da un anno è in servizio a Milano. A Fanpage.it ha raccontato il suo lavoro: “Non potevo immaginare che mi sarebbe piaciuto così tano”.
A cura di Giorgia Venturini
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Roberta Ursi, 29 anni, è un'ispettrice dei vigili del fuoco, in servizio da quasi un anno a Milano: coordina gli interventi sul posto quando è in servizio con le sue squadre. La sua è una storia di generazioni e generazioni per la passione per il corpo nazionale più amato d'Italia: sia suo nonno che suo padre le hanno tramandato l'amore per questo lavoro. Ma come si diventa vigile del fuoco? Come si affronta la paura del fuoco? A Fanpage.it Roberta Ursi ha raccontato il suo lavoro: "Non potevo immaginare che mi sarebbe piaciuto così tanto".

Come è nata la tua passione per i vigili del fuoco?

Mi ha proposto mio papà, che è al Comando di Taranto, di provare a partecipare al concorso per intraprendere questa strada. Io mi ero già laureata e lavoravo come ingegnere civile quando ho deciso di partecipare al concorso pubblico per la figura di ispettore antincendi: ho affrontato la selezione con la massima serenità. L'ambiente della caserma mi è sempre piaciuto anche perché è come se ci fosse nata in questi luoghi.

Dopo aver sostenuto tutte le prove del concorso e averle superate, ho iniziato il 13 giugno del 2022 il corso di formazione e addestramento alle Scuole Centrali Antincendi a Roma, al termine del quale sono diventata ispettrice. Ora la mia intenzione è quella di andare avanti: la mia laurea mi permette anche di provare a salire di grado e aprirmi una futura carriera da funzionario tecnico dei vigili del fuoco.

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C'è ancora qualcuno che si meraviglia di vedere una donna nei vigili del fuoco? 

All'interno del corpo dei vigili del fuoco siamo sempre più donne e, data la mia esperienza personale, dai colleghi siamo sempre più accolte e apprezzate. Tra le persone che ci vedono fare interventi all'esterno della caserma c'è chi ancora si meraviglia ma i commenti sono tutti positivi. Spesso mi dicono: ‘Finalmente una donna nei vigili del fuoco'.

La cosa più bella di tutte per me, nonostante ancora la mia poca esperienza, è ricevere la soddisfazione di essere sempre stata ringraziata dalla gente a fine di ogni intervento e ciò che mi porto sempre dietro sono i loro sorrisi a fine intervento. Basta solo questo per far passare la stanchezza ed il timore che gli interventi in sè possono provocare e, cosa più importante, stimola in me curiosità e voglia di mettermi in gioco sempre di più e affrontare nuove sfide.

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Che addestramento hai fatto e fai ancora? 

Nel corso per diventare Ispettore Antincendi ci siamo addestrati per poter fronteggiare l’ingresso in appartamenti incendiati, così come ad utilizzare correttamente tutte le attrezzature di soccorso, tra queste anche quelle che usiamo quando siamo sul posto di incidenti stradali, fino ad avere le basi per affrontare eventuali calamità.

Appena sei entrata in servizio a Milano quali sono stati gli interventi più impegnativi che hai fatto? 

Sono intervenuta lo scorso 11 maggio, era il mio primo giorno in guardia, in via Pier Lombardo in zona Porta Romana dove sono scoppiate 20 bombole di ossigeno caricate su un furgone che in poco tempo è stato divorato dalla fiamme divampate dal motore. Il rogo ha anche invaso alcuni appartamenti dei palazzi vicini: eravamo tanti colleghi anche perché c'era il bisogno imminente di evacuare con la massima sicurezza una scuola vicina. In questa occasione ho dato una mano nell’ organizzazione dell’evacuazione in primo luogo ed in secondo luogo ho affiancato il gruppo della nostra polizia giudiziaria ed il nucleo investigativo antincendi dei vigili del fuoco con i quali, congiuntamente ai carabinieri, ci si è occupati del sequestro del materiale che aveva preso fuoco.

Un altro intervento importante è stato quando per una notte sono stata impegnata con i colleghi a gestire il crollo di una palazzina. E ancora: in questi ultimi giorni sono stata tra gli ispettori e direttori intervenuti a spegnere l'incendio scoppiato in un capannone di una azienda a Truccazzano. Sono state necessarie ore ore di lavoro perché la fiamme avevano ormai avvolto tutta la struttura. Per poter domare l'incendio abbiamo chiesto il permesso al pubblico ministero di abbattere una parte del capannone, poiché sotto sequestro, solo così siamo potuti entrare in sicurezza per poter estinguere completamente l’incendio, eliminando il materiale ormai lì depositato e bruciato che poteva portare alla continua accensione di focolari secondari, molto pericolosi per eventuali riprese di incendio. Intanto, prima di partire con tale programma di lavoro, coordinavo la posizione dei mezzi attorno al capannone.

Come si allena fisico e mente per poter fare questi tipo di interventi? 

Per quanto riguarda il fisico vado sempre in palestra: è impegnativo fisicamente questo lavoro, non siamo comunque mai soli. Sui grossi interventi ci alterniamo molto tra colleghi. Dobbiamo essere comunque sempre pronti a questi ritmi.

Mentalmente per mia scelta personale, studio molto. Anche il nostro stesso Ministero ci fornisce gli strumenti che ci permettono di essere sempre aggiornati, anche sulle nuove attrezzature e tecnologie che ci possono essere utili. Per quanto riguarda adrenalina e sangue freddo durante gli interventi sono sempre tranquilla, sarà che ce l'ho nel sangue. Mi sento sempre bene. Ascolto i consigli di chi ha più esperienza di me, cercando di cogliere in questo quello che mi può aiutare per prendere alcune decisioni sulla gestione delle operazioni. Penso di aver fatto finora il meglio di quello che potevo fare in tutti gli interventi, anche si puó sempre fare di più.

Come si controlla la paura del fuoco? 

Non ci penso più alla presenza del fuoco perché sono impegnata a fare al meglio ogni volta il mio lavoro. In quelle occasioni l'unico pensiero è quello di salvare le persone.

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