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Covid 19

Bergamo, “titolare di asilo nido positiva al Covid e al lavoro”, l’avvocato: “Falso”

Avrebbe continuato a lavorare all’asilo nido di cui è titolare nonostante una presunta positività al Covid che gli ha impedito di presentarsi in aula a Bergamo per un’udienza relativa a un procedimento di sfratto. Ma sulla vicenda che riguarda un asilo nido di Bergamo è arrivata la secca smentita dell’avvocato della titolare, che citando anche una nota dell’Ats sostiene la falsità delle accuse.
A cura di Filippo M. Capra
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Update: articolo aggiornato il 18 dicembre 2020
Update: articolo aggiornato il 15 novembre 2020 

Avrebbe fatto pervenire al tribunale di Bergamo un documento che accertava la sua positività al Covid giustificando la sua assenza in aula per un procedimento di sfratto, ma poi avrebbe continuato a lavorare all'asilo nido in cui è titolare. Ma su una vicenda riportata dal quotidiano "La Repubblica" è arrivata la secca smentita dell'avvocato della donna, che sostiene la falsità delle accuse alla sua assistita.

La mail di inizio novembre

Al centro del presunto caso ci sarebbe una mail che la responsabile avrebbe inviato ai giudici a inizio novembre in cui veniva allegato l'esito del tampone per verificare la presenza del Covid. I carabinieri sono effettivamente intervenuti all'asilo, ma per controlli di routine sul rispetto delle normative anti coronavirus. Il quotidiano sosteneva che la responsabile della struttura avrebbe chiesto il rinvio dell'udienza al giudice per legittimo impedimento, a causa della sua presunta positività al Coronavirus, citando anche una situazione di quarantena della collega – con precedenti penali per truffa – causata dalla presunta positività dei figli. Questa condizione avrebbe dovuto tenerle lontane dal luogo di lavoro e in isolamento domiciliare a meno che le condizioni generali non si fossero aggravate, ma secondo quanto riportato da Repubblica, invece, le due avrebbero continuato a presentarsi regolarmente presso il nido ed entrare in contatto con i bambini e i rispettivi genitori, con cui sarebbero andati in scena diversi colloqui.

L'Ats nega di aver ricevuto un esposto

Il quotidiano che ha riportato la vicenda sostiene anche che l'Ats abbia ricevuto un esposto in merito: circostanza però smentita dallo stesso ente, che dopo una richiesta di accesso agli atti dell'avvocato della titolare dell'asilo ha chiarito come "ad oggi (25 novembre 2020, ndr) non risulta esserci mai pervenuto esposto nei confronti" della titolare e della collega.

La precisazione dell'avvocato della struttura

Vi significo che non corrisponde assolutamente al vero quanto riferito, direttamente ovvero indirettamente, circa la presunta violazione della quarantena delle socie menzionate dall'articolo (che ad ogni modo – si precisa per mero scrupolo – non sono maestre bensì le amministratrici dell’asilo). Circostanza questa già confermata dalla stessa Ats di Bergamo in una nota del 13 Novembre. Altrettanto falsa è poi la circostanza riportata nell'articolo in base alla quale “i carabinieri di Bergamo si sono presentati all'asilo nido per acquisire tutta la documentazione in loro possesso" o addirittura "tra le carte sequestrate spiccherebbe una mail che la responsabile avrebbe inviato ai giudici a inizio novembre", "Dopo il lavoro dei militari, che si concentra sull'acquisizione di informazioni utili, la titolare e la sua socia verranno ascoltate dagli inquirenti", atteso che i controlli effettuati all’interno dell’asilo nella giornata del 13 Novembre erano volti unicamente ad accertare il rispetto dei protocolli sanitari anti-Covid previsti ex Lege, così come potrà tranquillamente esserVi confermato dalle autorità intervenute. Quindi non vi è stata alcuna perquisizione né tantomeno alcun sequestro.

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