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Augurò lo stupro a Giulia Pelucchi (Municipio 8), chiesta archiviazione: “Così si avvallano comportamenti sbagliati”

È stata chiesta l’archiviazione per la denuncia presentata dalla presidentessa del Municipio 8 del Pd Giulia Pelucchi, minacciata di violenza sessuale. “Dobbiamo chiederci qual è il limite che si può raggiungere prima che vengano presi dei provvedimenti”, ha commentato Pelucchi a Fanpage.it. “Decisioni come queste avvallano comportamenti sbagliati. Dobbiamo continuare sulla strada della sentenza Boldrini del 2019”.
A cura di Giulia Ghirardi
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Non vedo l’ora che ti entrino nella tua casina […] e si divertiranno un po’…”. Da qui è partita la denuncia della presidentessa del Municipio 8 del Pd Giulia Pelucchi per la quale in questi giorni è stata chiesta l'archiviazione. "Abbiamo deciso di fare opposizione. Il senso? Dobbiamo chiederci qual è il limite che si può raggiungere prima che vengano presi dei provvedimenti", ha commentato Pelucchi a Fanpage.it. "Decisioni come queste non fanno altro che avvallare comportamenti di questo genere, se invece si iniziasse a prendere posizione e a far capire che non si può dire e scrivere tutto quello che si vuole forse la situazione potrebbe migliorare".

Stando a quanto appreso, ieri pomeriggio, martedì 5 agosto, l'avvocato Alessandro Giungi, consigliere comunale del Pd, ha depositato un atto formale di opposizione presso il tribunale di Milano. "Giulia è stata minacciata di violenza sessuale, accusata di essere una ladra e vicina a personaggi violenti", ha riferito il legale. "È inaccettabile che tutto questo venga archiviato".

Per questo serve opporsi. Per farlo, Pelucchi ha svelato a Fanpage.it il tema alla base dell'opposizione che "si baserà sulla sentenza Boldrini" del 2019: il tribunale di Savona aveva condannato il sindaco leghista di Pontinvrea, Matteo Camiciottoli, per aver "augurato" uno stupro all'ex presidente della Camera Laura Boldrini. Una sentenza che – di fatto – è diventata uno spartiacque stabilendo che la rete non è una zona franca dove vige il libera tutti. “Ora le donne si possono difendere, da chiunque si permetta all’improvviso di accanirsi contro di loro", aveva commentato a Fanpage.it Laura Boldrini. "Se mi diffami sui social network ne devi rispondere”.

Il senso della questione, infatti, per Pelucchi è proprio questo: iniziare a mettere dei paletti, porre dei limiti e, con essi, impostare una direzione. "Capire qual è il limite che si può raggiungere prima che vengano presi dei provvedimenti" e comprendere che queste decisioni "continuano ad avvallare comportamenti sbagliati", soprattutto contro le donne. Perché "la questione di genere c'è anche qui, è evidente", ha concluso Pelucchi a Fanpage.it. "L'atteggiamento che gli uomini utilizzano per relazionarsi con le donne online è tendenzialmente aggressivo e, nella maggior parte dei casi, questa aggressività arriva purtroppo ad augurare la violenza sessuale".

Dunque, per disincentivare questa tendenza, servirebbe – secondo la presidentessa – un pugno fermo "anche nelle sentenze che vengono emesse che hanno il potere di dare una direzione chiara da seguire". Ora tale direzione, in primis, verrà impostata proprio dal giudice che è chiamato a esprimersi sulla richiesta di opposizione presentata da Pelucchi: se accoglierla o respingerla e, con lei, i limiti e le tutele che sui social possono essere accettati o meno.

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