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Arrestato a Malpensa su mandato Usa, è Xu Zewei: chi è l’hacker cinese del team di spie sui vaccini anti Covid

Giovedì 3 luglio è stato arrestato all’aeroporto di Malpensa Xu Zewei: l’uomo di 33 anni, cittadino cinese, farebbe parte di un team di hacker che nel 2020 avrebbe effettuato operazioni di spionaggio sui vaccini anti-Covid in produzione all’Università del Texas.
A cura di Ilaria Quattrone
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Nella giornata di giovedì 3 luglio 2025, alle ore 11, è stato arrestato Xu Zewei all'aeroporto di Malpensa: l'uomo di 33 anni, cittadino cinese residente a Shanghai, farebbe parte di un team di hacker che nel 2020 avrebbe effettuato operazioni di spionaggio sui vaccini anti-Covid in produzione all'Università del Texas. È stato arrestato appena arrivato nello scalo lombardo e su richiesta delle autorità statunitensi e in seguito a un'inchiesta dell'Fbi.

Le accuse nei confronti di Xu Zewei

Zewei era ricercato a livello internazionale dopo che, il 2 novembre 2023, è stato emesso un mandato d'arresto dal Distretto meridionale del Texas del tribunale distrettuali degli Stati Uniti perché secondo l'FBI sarebbe sospettato di aver fatto parte di un gruppo di hacker.

Gli Usa lo accusano di frode telematica e furto di identità aggravato, associazione a delinquere finalizzata alla frode telematica, accesso non autorizzato a computer protetti e furto di identità aggravato. Il 4 luglio la giudice della quinta penale d'Appello di Milano ha convalidato l'arresto e ha emesso la custodia cautelare in carcere.

Nell'ordinanza ha scritto: "Il ministero dell'Interno ha comunicato che l'autorità statunitense ha emesso il provvedimento" dal quale "è emerso che Xu Zewei ha preso parte, insieme ad altri connazionali cittadini" a una associazione a delinquere che sarebbe stata "finalizzata a rubare informazioni tramite l'accesso non autorizzato a computer, tra cui quelli di varie università e centri di ricerca scientifica" che si trovavano negli Stati Uniti e altrove. Avrebbe svolto questa attività "per conto di autorità appartenenti al governo cinese".

Il documento del ministero dell'Interno italiano

Il ministero dell'Interno italiano, in un documento, ha infatti riportato una "breve esposizione dei fatti forniti dall'Ufficio diplomatico americano a Roma". In particolare, il 33enne, insieme ad altri connazionali, avrebbe portato avanti attività di "hacking" per raccogliere informazioni su computer negli Stati Uniti e altrove. Azioni che sarebbero state messe in atto "su ordini di autorità appartenenti al ministero della Sicurezza" della Repubblica popolare cinese.

Nei primi mesi del 2020, il gruppo avrebbe preso di mira università e docenti che stavano conducendo "attività di ricerca all'avanguardia riguardo ai vaccini, terapie e test per il Covid". Alla fine del 2020 avrebbero poi sfruttato "falle informatiche presenti nel software Microsoft Exchange Server" relativo ai messi di posta elettronica così da prendere di mira "uno studio legale e altre entità che a loro volta" erano "a conoscenza di varie politiche del governo statunitense e mantenevano contatti con individui incaricati di formulare quelle politiche governative".

Lo sfruttamento di queste falle farebbe parte di un'ampia campagna di attacco hacker cinesi conosciuta con il nome di Hafnium.

La moglie del 33enne: "Nessun reato"

Il 33enne, al quale è stato sequestrato il telefono, è attualmente detenuto nell'istituto penitenziario di Busto Arsizio. Per il giudice infatti sussiste un "concreto pericolo di fuga" considerato che era arrivato in Italia con un volo Shanghai e "non risulta avere alcun radicamento in Italia". La moglie ha riferito che l'uomo sarebbe un tecnico di un'azienda informatica che era arrivato in Italia per trascorrere qualche giorno di vacanza: "Sia io che mio marito non siamo d'accordo con l'estradizione negli Stati Uniti (…) anche l'aver ottenuto il visto di ingresso in Italia dovrebbe essere una conferma che noi non abbiamo fatto reati, quindi non riesco a capire il motivo dell'arresto di mio marito", ha detto la donna alla polizia postale.

Nella giornata di domani, martedì 8 luglio 2025, si svolgerà l'udienza in Corte d'Appello a Milano nel procedimento sulla richiesta di estradizione degli Stati Uniti.

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