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Andrea Elifani, morto per il cedimento di un ponte a Milano: indagati 5 dipendenti del Comune

Sono cinque i dipendenti comunali che sono stati indagati per omicidio colposo per la morte di Andrea Elifani, il 40enne morto nel 2021 dopo essere precipitato nella Martesana dopo essersi appoggiato a una balaustra.
A cura di Ilaria Quattrone
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Andrea Elifani
Andrea Elifani

Sono cinque i dipendenti del Comune di Milano indagati per omicidio colposo per la morte di Andrea Elifani, il 40enne che il 2 aprile 2021 è deceduto a seguito di una caduta nella Martesana: l'uomo infatti era precipitato dopo essersi appoggiato a una balaustra in ferro della passerella De Machi. A riportarlo è il quotidiano Il Corriere della Sera. Dieci giorni fa, infatti, sono state chiuse le indagini coordinate dalle pubblico ministero Isabella Samek Lodovici e Maura Ripamonti.

La paralisi della manutenzione

Agli atti, ci sarebbe una annotazione di polizia giudiziaria che parlerebbe di una "paralisi della manutenzione" della passerella e anche dei cinquecento ponti e sottopassi di competenza comunale. Nella documentazione acquisita dagli inquirenti, infatti, verrebbe evidenziato l'esistenza di un "arretrato manutentivo": gli investigatori hanno scoperto che non sarebbero stati inseriti nel bilancio "per gli anni 2016-2017-2018 i progetti relativi a ponti, barriere e armamenti tramviari". Questo avrebbe avuto come conseguenza una "paralisi della manutenzione di tutti i manufatti (sia ordinaria sia straordinaria) dovuta alla mancanza di appalti".

L'Unità Ponti

A questo si aggiungono le difficoltà della Unità Ponti, istituita nel 2018. Questa è composta da solo cinque persone. Sembrerebbe che al momento dei fatti non fossero noti "quali e quanti fossero i ponti di competenza del Comune di Milano da manutenere". I cinque avrebbero testimoniato inoltre di non aver ricevuto "alcuna formazione". L'ufficio infine non avrebbe avuto nessun tipo di "strumentazione, anche elementare, idonea a effettuare anche basilari rilievi (binocolo, metro laser)".

Sempre sulla base di quanto emerso fino a questo momento, la passerella De Marchi sarebbe stata ispezionata tre volte. Le operazioni sarebbero avvenute tra il 2018 e il 2020. Nonostante questo, però non sarebbe stato "percepito e correttamente valorizzato come degno di intervento" il fenomeno corrosivo che era presente "in svariati punti della struttura".

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