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A Milano l’unica mostra aperta al pubblico nella Lombardia zona rossa: “La cultura resiste”

Cosa ci fanno insieme un designer, un avvocato, un architetto e una curatrice? Danno vita all’unica mostra di Milano nella Lombardia zona rossa aperta al pubblico. Lo spazio espositivo gestito da Stefano, Daniele, Ludovico e Marta, è ospitato nella stazione metropolitana di Porta Garibaldi, ed è formato da 18 vetrine facilmente osservabili dai passeggeri che si recano in direzione dei tornelli.
A cura di Filippo M. Capra
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C'è uno spazio espositivo a Milano, nella Lombardia zona rossa, che nonostante i divieti e le chiusure, a partire da oggi ospiterà mostre accessibili al pubblico. E non online, fisicamente. Come è possibile? Perché "co_atto", il project space che accoglie le opere d'arte, dispone di diciotto vetrine nella stazione del Passante ferroviario di Porta Garibaldi. Le mostre, quindi, sono locate nei corridoi che portano ai tornelli, dunque alle banchine metropolitane. In questo modo, tutti i cittadini che passeranno dalla stazione per raggiungere i mezzi di trasporto sotterranei, potranno ammirare opere di artisti più o meno conosciuti, riassaporando per i pochi passi che li dividono dalle obliteratrici, il gusto dell'arte e per l'arte.

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La prima mostra, che verrà "inaugurata" ufficialmente nella giornata di oggi, venerdì 19 marzo,  è "in_festa". I gestori dello spazio – Stefano Bertolini (designer), Marta Orsola Sironi (curatrice), Ludovico da Prato (architetto), Daniele Miglietti (avvocato) – spiegano che l'intento è quello di "dare conforto a una cultura allo stremo, vittima di una collettività che ha ormai da anni legittimato una gerarchia di valori in cui ogni forma di conoscenza è stata relegata alla base della piramide". Per questo motivo, "non si può ignorare che l’attuale pandemia e le conseguenti restrizioni ci hanno messo di fronte ad un aut-aut: salvare la cultura o darle il colpo di grazia". E per salvarla, servono idee nuove, che "sfidino" i Dpcm pur restando nei limiti concessi.

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Ciò si traduce in una mostra aperta al pubblico senza che il pubblico possa vivere gli spazi interni riservati alle opere. Si passa, si guarda, si osserva e ci si allontana con l'emozioni scaturite dalle opere esposte. È un consumo veloce che non può e non deve creare assembramenti, ma che dopo un anno di azzeramento della cultura, ridà visibilità all'arte. "L’intento è quello di essere “coatti” e infestanti e ricordare a voce alta che la cultura resiste e continua a produrre senso e contenuti per la collettività", spiegano a petto in fuori i ragazzi.

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Come riportato dal collettivo, "co_atto è parte del panorama di realtà e iniziative culturali legate ad Artepassante, progetto di riqualificazione urbana promosso dall’associazione di promozione sociale Le Belle Arti, che dal 2013 ad oggi, grazie al sostegno del Comune di Milano e di Fondazioni private, ha realizzato innumerevoli workshop, incontri, eventi ed esposizioni su tutto il territorio milanese, in particolare nelle aree suburbane di Porta Vittoria, Dateo, Porta Venezia, Repubblica e Lancetti".

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