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Marò, le indagini restano all’antiterrorismo

La Corte Suprema di New Delhi ha stabilito che la decisione su come condurre le indagini spetta al governo indiano, ma questo ha già affidato il caso alla polizia antiterrorismo Nia.
A cura di Antonio Palma
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Le indagini indiane a carico dei due nostri marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati, rimarranno all'agenzia antiterrorismo Nia.Dopo l'ennesimo rinvio di ieri infatti la Corte Suprema di New Delhi oggi si è finalmente pronunciata sul ricorso presentato dall'Italia contro l'uso della polizia antiterrorismo e delle relative leggi in materia per giudicare i due fucilieri di marina. Da quanto apprende l'Ansa sul posto, sembra che i giudici dell'alta corte indiana abbiano deciso di lasciare al governo centrale indiano la decisione di come condurre le indagini sul caso dei Marò, ma poiché il governo di New Delhi aveva già incaricato la polizia antiterrorismo Nia di investigare sul caso, la competenza rimane a questo organismo. Nella sentenza di oggi i giudici hanno anche chiesto che qualsiasi sia la decisione del Governo l'Ente preposto alle indagini dovrà agire nel più breve tempo possibile. Mentre ieri è arrivato un segnale distensivo dai familiari dei pescatori morti il 15 febbraio, la notizia di oggi sicuramente non è positiva per i due marò visto che la legge antiterrorismo indiana prevede tra le pene anche la pena di morte anche se il governo centrale ha assicurato che non esiste questo pericolo.

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