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Mario Draghi (Bce) sul governo Conte: “Per ora solo proclami, attendiamo i fatti”

Nel corso di un’audizione tenuta all’Europarlamento, il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha dedicato un passaggio al governo italiano: “In questi tempi di aumentate incertezze globali, è più importante che mai che l’Europa resti unita. Prima di pronunciare un giudizio è necessario attendere. La prova del nove saranno i fatti. Per ora ci sono stati solo proclami, che tra l’altro sono cambiati. Prima di parlare dobbiamo aspettare i fatti”.
A cura di Charlotte Matteini
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Nel corso di un'audizione tenuta all'Europarlamento, il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha affrontato il tema delle politiche protezioniste di Donald Trump ma ha anche dedicato un passaggio al governo italiano e alla tenuta del conti pubblici del Belpaese: "In questi tempi di aumentate incertezze globali, è più importante che mai che l'Europa resti unita", dice il governatore della Bce. Nel passaggio dedicato all'Italia, invece, rispondendo a chi gli chiede di una possibile riforma delle pensioni o della possibilità che le politiche economiche facciano risalire il debito, Draghi ha sottolineato: "Prima di pronunciare un giudizio è necessario attendere. La prova del nove saranno i fatti. Per ora ci sono stati solo proclami, che tra l'altro sono cambiati. Prima di parlare dobbiamo aspettare i fatti".

Parlando alla commissione Affari economici e monetari, Draghi ha inoltre ricordato che "gli sforzi che abbiamo compiuto negli ultimi anni per rafforzare la governance dell'Unione economica e monetaria hanno già reso l'Unione più resiliente agli shock. Tuttavia, la nostra unione monetaria è ancora incompleta e rimane vulnerabile" e dunque per questo motivo "per sostenere la fiducia e continuare l'espansione economica, abbiamo bisogno di ulteriore convergenza e integrazione tra gli Stati membri dell'area dell'euro".

In vista della fine degli acquisti del programma Quantitative easing, che terminerà con il 2018, il governatore della Bce ha cercato di rassicurare i mercati: "Non significa che la nostra politica monetaria cesserà di essere espansiva". La Bce continuerà a reinvestire i soldi incassati alla scadenza dei titoli sottoscritti in altri bond sovrani e non, mentre i tassi resteranno a livelli bassi ancora almeno fino all'estate del 2019: "Le misure adottate dalla metà del 2014 avranno un impatto cumulativo complessivo di circa 1,9 punti percentuali sia sulla crescita del Pil reale dell'area dell'euro sia sull'inflazione per il periodo compreso tra il 2016 e il 2020″.

Per quanto riguarda l'andamento dell'economia dell'Eurozona, Draghi ha evidenziato: "l'economia dell'area dell'euro è cresciuta dello 0,4% durante il primo trimestre del 2018, segnando cinque anni di espansione economica continua: i fondamentali economici rimangono solidi, nonostante qualche moderazione nella crescita all'inizio dell'anno". Sulla ripresa in rallentamento pesano i rischi al ribasso che "riguardano principalmente la minaccia di un maggiore protezionismo: un'Unione europea forte e unita può aiutare a cogliere i benefici dell'apertura economica proteggendo al tempo stesso i suoi cittadini contro una globalizzazione incontrollata. Chiedo all'Unione Europea un supporto al multilateralismo e al commercio globale, capisaldi della crescente prosperità economica negli ultimi sette decenni. Ma per avere successo al di fuori, l'Ue richiede istituzioni solide e una sana governance economica all'interno".

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