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Le Poste Italiane in vendita: via libera del governo alla privatizzazione

Il Tesoro è intenzionato a vendere tra il 30 e il 40% della società. La decisione è stata presa ieri in una riunione con l’ad Antonio Sarmi.
A cura di D. F.
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Le Poste Italiane sono in vendita. La storica società, nata 152 anni fa, verrà immessa sul mercato per fare cassa e garantire al Tesoro non meno di 4 miliardi di euro. Sul mercato verrà immessa una fetta significativa della società – il 30-40% – che dunque passerà in mano ai privati. La decisione è stata assunta ieri da Filippo Patroni Griffi (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio), Antonio Catricalà (viceministro dello Sviluppo Economico) e Antonio Sarmi (amministratore delegato di Poste). Stando a quanto si è appreso è esclusa la cessione a privati della quota di maggioranza. Il pacchetto in vendita non dovrebbe superare il 40% e questa soluzione avrebbe pienamente convinto Sarmi, da sempre contrario alla privatizzazione totale della società. Secondo quanto riportato da La Stampa, "il piano è favorire l’ingresso di investitori istituzionali e retail, ma in programma c’è anche l’eventuale apertura di parte del capitale di Poste ai dipendenti che entrerebbero – in forme che saranno poi definite – negli organi di governance dell’azienda".

Poste è il quarto operatore mondiale nel campo della logistica e la sua privatizzazione creerà sicuramente qualche preoccupazione tra quanti sono in possesso di libretti postali. Si consideri, inoltre, che dal punto di vista strettamente finanziario la società è molto forte, con 5,65 miliardi di euro di patrimonio netto, di cui 2,53 di disponibilità liquida. Anche per questo si prevede che la vendita sul mercato di quote aziendali potrebbe andare a buon fine.

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