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La Russia fornisce alla Siria il sistema missilistico S-300

La mossa russa intende impedire l’intervento militare straniero in Siria: l’S-300 è infatti il più avanzato sistema missilistico terra-aria in circolazione.
A cura di Davide Falcioni
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Sono giornate cruciali per la ricerca di una soluzione al conflitto siriano. Ventiquattro ore dopo la travagliata decisione dell'Unione Europea di togliere l'embargo di armi ai ribelli che combattono il regime, arriva la notizia che la Russia rifornirà il governo di Assad di un equipaggiamento di S-300, cioè un sistema di difesa terra-aria. Nelle intenzioni di Mosca c'è, con ogni evidenza, scoraggiare Stati Uniti e i suoi alleati ad effettuare un intervento armato, che comporterebbe operazioni dell'aviazione assai rischiose. La decisione, inoltre, è arrivata non casualmente a seguito di quella dell'UE di dare appoggio ai ribelli. Secondo Sergey Ryabkov, ministro degli esteri russo, la fornitura del sistema missilistico rappresenterebbe uno sforzo concreto in direzione della pace, e sarebbe una misura utile a porre fine al conflitto che insanguina il paese ormai da due anni.

Ma cosa è l'S-300? Si tratta di un sistema di difesa missilistico terra aria di produzione russa, all'avanguardia nella sua categoria e in grado di intercettare missili nemici e ingaggiare bersagli aerei a più di 200 chilometri di distanza. Il tempo di cui necessita il sistema per essere operativo è di appena 5 minuti. Questo, nelle intenzioni della Russia, dovrebbe scoraggiare l'intervento straniero in Siria, visto che a quel punto l'esercito di Assad avrebbe a disposizione la più potente arma contraerea in circolazione.

La decisione della Russia di fornire S-300 alla Siria non è però piaciuta a Israele, protagonista nelle ultime settimane di attacchi arerei in territorio siriano o libanese, nel tentativo di smantellare presunti depositi di armi. Secondo Benyamin Netanyahu, infatti, sistemi d'arma avanzati potrebbero facilmente finire in mano all'Iran o a Hezbollah libanesi. Intanto Aleksandr Grushko, inviatyo russo presso la Nato, ha duramente criticato la decisione dell'Unione Europea di armare i ribelli, sostenendo che così la situazione del Paese non potrà che aggravarsi: "Abbiamo bisogno di astenerci dal prendere decisioni di questo tipo, che rischiano di essere letali per l'opposizione siriana e gettare ulteriore benzina sul fuoco".

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