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L’assessore veneto Donazzan e la bici rubata da “magrebini di m…”

Elena Donazzan, assessore all’istruzione e alle pari opportunità della Regione Veneto, ha pubblicato sulla sua pagina facebook il racconto del furto della sua bici e di quella del suo compagno da parte di “magrebini di m…”. Non mancano richiami a “patrioti” e “camerati” italiani…
A cura di Davide Falcioni
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Può un furto di bici trasformarsi in un viatico perfetto per insultare gli immigrati? Secondo Elena Donazzan, assessore all'istruzione, alla formazione, al lavoro e alle pari opportunità della Regione Veneto, guidata da leghista Luca Zaia, evidentemente sì. La donna, infatti, ha raccontato sin nei minimi dettagli un soggiorno con il suo compagno a Sanremo, caratterizzato da una piccola disavventura: il furto delle loro biciclette, diventato la scusa perfetta per inanellare una serie di insulti razzisti e richiami al patriottismo, in un racconto dai toni epici in cui i "magrebini" sono "m…" e gli italiani che hanno offerto loro un aiuto a ritrovare la bici dei "patrioti", addirittura "camerati".

L'assessore ha infatti raccontato su facebook:

"Ore 23.45. Io e Vittorio usciamo dal ristorante in centro a San Remo. Amarissima sorpresa! Ci hanno rubato le mountainbike che avevamo chiuso per bene col lucchetto. Troviamo solo uno dei due lucchetti. Dopo qualche secondo di sconforto ci monta la rabbia e iniziamo a ragionare. Ci viene in mente di chiedere a quelli che affittano le bici sulla più bella ciclabile d'Italia. Vittorio spiega ai più prossimi noleggiatori, che ci danno qualche indicazione, quanto ci fossero care affettivamente le nostre bici – la mia è vecchia ma me l'ha regalata il papà e quella di Vittorio é la sua fidanzata!!!- e si inoltra a cercare le due biciclette in mezzo ai magrebini (cosa non semplice e piuttosto pericolosa a quest'ora…) in zona stazione" . Il racconto quindi entra nel vivo: "Nel frattempo io riconosco la mia bici con sopra un magrebino di m…..la MIA bicicletta. Lo blocco, questo scappa e io come una pazza urlo che il bastardo l'avevo individuato. A quel punto é guerra. Il patriota Vittorio inforca la mia bici e a seguito di segnalazioni di una ragazza di Perugia che si ferma con la sua auto – certamente una Patriota in questa guerra tra stranieri ladri, malviventi e noi italiani – si mette a caccia della sua Specialized e dell'altro bastardo. In mezzo al buio in una zona distante dal centro becca tre magrebini, si fa giustizia da solo e riporta a casa la bici tra lo stupore dei noleggiatori autoctoni … risultato : Magreb 0 Italia 2 ( le nostre bici tornate a casa) 1 in fuga… diciamo che i magrebini non avranno più tanta voglia di rubare le nostre bici se avranno il dubbio che vi sia un Patriota Camerata pronto a farsi giustizia. Viva l'Italia e gli italiani che non piegano la testa".

Naturalmente lo sfogo di Elena Donazzan non è passato inosservato. Centinaia i commenti e le condivisioni, molto entusiasmo tra i simpatizzanti della Lega ma anche tante critiche per il linguaggio utilizzato da una rappresentante delle istituzioni, per di più con delega alle pari opportunità e all'istruzione. Lei, tuttavia, ha rivendicato tutto, compresi i toni: "Alle anime belle che si sono scandalizzate per il linguaggio, voglio solo dire che ero molto, ma molto arrabbiata. Insomma, trovarsi di sera tardi in mezzo a della gente dedita a spaccio e furti e dal coltello facile, non rasserena di certo. Tanti sono stati coloro che mi hanno raccontato episodi analoghi, insicurezza crescente dovuta quasi sempre alla presenza non ordinata nè controllata di stranieri. Mi chiedo se il linguaggio sia stato troppo forte per questa situazione insostenibile, non solo per me, ma per tutte le persone che vogliono vivere tranquille".

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