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L’affondo di Civati: “Dovremmo dimetterci tutti e andare al voto”

Il deputato del Partito Democratico durissimo: “Stiamo facendo le riforme con un premio di maggioranza che è incostituzionale”.
A cura di Redazione
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Che il clima all’interno del Partito Democratico non sia dei migliori, proprio alla vigilia dell’elezione del nuovo Capo dello Stato, era cosa tutto sommato nota da tempo. Tuttavia, il caso Cofferati, con l’ombra di gravi irregolarità nelle primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione Liguria, ha acuito tensioni e contrasti, in particolare tra la minoranza del partito ed il gruppo dirigente renziano. Tra l’altro, tensioni e discussioni cadono proprio nel momento in cui il Parlamento è impegnato nella discussione su due “punti centrali” del programma del Governo Renzi: la riforma costituzionale e la nuova legge elettorale.

Sulla questione è intervenuto oggi Pippo Civati, che, con un post pubblicato sul suo blog, ha ribadito il suo giudizio molto critico sulla gestione del caso – Liguria (nei giorni scorsi aveva ricordato come a tacere adesso siano gli stessi ad aver sollevato obiezioni e critiche quando scoppiò la grana – Napoli, con l’annullamento delle primarie e la scelta di un candidato “di garanzia”). Ma non solo, perché Civati si è spinto oltre, suggerendo che la scelta più saggia e rispettosa possa essere quella delle dimissioni in massa e del ritorno alle urne. Ecco come argomenta Civati:

Forse dovremmo dimetterci tutti. E tornare a votare. Perché se quelli che cambiano gruppo vengono nel Pd, allora va benissimo. Se uno esce dal gruppo del Pd, pur rimanendo nel Pse, deve dimettersi.

E quelli che sono entrati nel Pd dagli altri gruppi, accolti trionfalmente come convertiti? E quelli che ci si aspetta arrivino da Grillo? E quelli eletti con l’Ncd che erano di Forza Italia e grazie a una scissione consentono a Renzi di governare? Non si dovrebbero dimettere?

E tutti noi che stiamo facendo governi e riforme costituzionali grazie a un premio di maggioranza ottenuto con Sel (un premio peraltro incostituzionale) senza il quale saremmo minoranza nel Parlamento attuale (la maggioranza sarebbe della destra), e invece vogliamo andare avanti fino al 2018?

Insomma, dovremmo dimetterci tutti. E andare a votare. Come chiedo dal primo giorno di questa legislatura. A proposito di coerenza e delle dichiarazioni di chi come Enrico Rossi, ormai ridotto al pensiero unico, stigmatizza il gesto di Cofferati, attaccando me, chissà perché. Capisco che non capisca, del resto ha scelto di non farlo tempo fa.

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