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In tutto il mondo esistono oltre 1.800 specie diverse di gechi, piccoli rettili perlopiù notturni e in grado di arrampicarsi con incredibile agilità su pareti lisce e persino sui soffitti. Sono animali diffusi soprattutto in climi caldi e tropicali, ma alcune specie hanno imparato a convivere perfettamente accanto a noi, stabilendosi anche in città, nei centri abitati e persino all'interno delle nostre case.
In Italia, capita infatti molto spesso di vederli comparire al calar del sole, attaccati ai muri o vicino alle lampade esterne dove cacciano gli insetti attratti dalla luce. I gechi che frequentano le nostre case sono del tutto innocui e rappresentano, anzi, un alleato naturale contro zanzare e altri piccoli invertebrati "fastidiosi". Le specie più diffuse e facili da osservare tra le mura domestiche sono il geco comune e quello verrucoso, ma non sono gli unici presenti sul territorio italiano.
Quante specie di geco esistono?

Con il termine "geco" ci si riferisce in realtà a numerosi piccoli sauri, spesso di aspetto simile alle lucertole, ma dalle abitudini prevalentemente notturne e con una sorprendente capacità di aderire alle superfici grazie alle "dita". In realtà, molti di questi rettili appartengono a famiglie anche parecchio diverse tra loro, ma sono comunque tutti inseriti all'interno del grande gruppo dei Gekkota, un clade che comprende circa 1.850 specie distribuite in tutto il mondo.
Tra queste, la famiglia Gekkonidae è la più numerosa e rappresenta i "veri" gechi in senso stretto, tra cui alcune delle specie più note e diffuse. All’interno di questa famiglia troviamo comunque animali dal comportamento e dall'aspetto molto diversi tra loro, dal coloratissimo geco leopardino (Eublepharis macularius), spesso allevato come animale "domestico", al gigantesco geco tokay (Gekko gecko), lungo fino a 40 cm e diffuso nel Sud-est asiatico è famoso anche per il suo verso potente, simile a un "toc-kay" ripetuto più volte.

Esistono poi anche specie che vivono in ambienti desertici, come il piccolo geco palmato (Pachydactylus rangei), dotato di zampe palmate per muoversi sulla sabbia, oppure specie incredibili come il geco satanico dalla coda a foglia (Uroplatus phantasticus), endemico del Madagascar, che ha un coda che sembra in tutto e per tutto una foglia secca. I gechi sono infatti uno dei gruppi di rettili di maggior successo: sono diffusi in quasi tutti gli ambienti, possono perdere e rigenerare la coda e alcuni si sono perfettamente adattati anche alla vita urbana.
Quali sono i gechi più comuni che entrano in casa

In Italia vivono quattro specie diverse di geco, tutte autoctone o ormai naturalizzate da tempo e, in generale, ben adattate soprattutto agli ambienti modificati dalle attività umane. Nonostante siano tutte abbastanza simili tra loro, ognuna di queste ha però sviluppato caratteristiche, abitudini e distribuzione molto diverse. La specie più diffusa di tutte è sicuramente il geco comune o tarantola muraiola (Tarentola mauritanica). È il geco più grande d'Europa e in Italia è presente su tutto il territorio, isole incluse, fatta eccezione per l'Arco Alpino.
Si riconosce per il corpo piatto e tozzo e la pelle rugosa, ricoperta di piccole protuberanze. La colorazione varia molto anche in base alle località, dal bianco-grigio pallido, con molte sfumature scure, al colore quasi completamente nero. Attivo soprattutto al crepuscolo e di notte, si nutre di insetti e altri piccoli invertebrati. È molto comune lungo le coste tirreniche, in Sicilia e in Sardegna, ma si trova anche in molte città e centri storici. È tra i più facili da osservare in casa o sulle pareti esterne delle abitazioni.

C'è poi il geco verrucoso (Hemidactylus turcicus), più esile e chiaro del precedente, ha una pelle semitrasparente rosata e un aspetto più delicato. Le dita sono allungate e artigliate (non tonde come nel comune) e la pelle presenta piccole verruche. È spesso presente dove c'è anche il geco comune, ma è meno diffuso nelle regioni interne, settentrionali e lungo la costa dell'Alto Adriatico. Anche questa specie entra spesso in casa, soprattutto nelle calde serate estive.
Nel nostro paese vivono anche altre due specie un po' meno comuni e poco conosciute. Il primo è il geco di Kotschy (Cyrtopodion kotschyi), presente in Salento, in alcune zone della Basilicata sud-orientale e in alcune piccolissime località del Nord Italia, dove è stato introdotto accidentalmente. È più piccolo e snello degli altri gechi, ma anche più elusivo. L'ultimo geco "italiano" è il tarantolino (Euleptes europaea), che si trova solo su alcune isole del Mar Tirreno, tra cui l'Elba, Capraia, in Sardegna e in poche località in Toscana e Liguria.

È probabilmente la specie più elusiva di tutte e forse anche l'unica autoctona. Tutte le altre sono state probabilmente introdotte e ormai naturalizzate secoli fa dalle regione mediterranee vicine, come il Balcani, il Nord Africa o la Turchia. In ogni caso, sono tutti rettili completamente innocui e, anzi, la loro presenza in casa può essere considerata persino vantaggiosa. Se vediamo un geco in casa (quasi sicuramente un comune o un verrucoso) ricordiamoci infatti che mangia zanzare, insetti e altri invertebrati "fastidiosi".