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Se stai passeggiando per il centro città e vedi un pappagallo coloratissimo sulla spalla di ambulante non fermarti per scattare qualche foto, ma chiama le Forze dell'Ordine o le Guardie zoofile del tuo territorio. Quello a cui stai assistendo non è uno strano rapporto di amicizia tra un uomo e un pappagallino ma vero e proprio sfruttamento, e per questo non dovresti mai dare soldi.
Perché i turisti sono così attratti dai pappagallini sfruttati dagli ambulanti
Molti di noi amano i pappagalli grazie ai colori sgargianti del loro piumaggio e alla capacità di ripetere quello che diciamo. Riescono a farlo perché sono animali intelligentissimi capaci di padroneggiare un vocabolario di quasi duemila parole. Non sappiamo ancora se dietro questa abilità si celi una vera e propria comprensione cognitiva della lingua, ma sono state accertate dalla scienza le loro funzioni cognitive eccellenti.
Proprio la loro bellezza e intelligenza li rendono così attraenti agli occhi dei turisti delle grandi città. Quando si è in viaggio si è più aperti a fare esperienze inedite e si ha una soglia di allerta più bassa nei confronti di ciò che è nuovo, per questo è più facile cadere vittima di alcune truffe. Una delle più comuni vede protagonisti gli uccelli, soprattutto barbagianni e pappagallini.
Soprattutto questi ultimi vengono esposti da ambulanti che non vendono merce, ma la possibilità di fare foto con gli animali. Ad essere in vendita è la libertà di animali detenuti in condizioni ai limiti dell'accettabile. A caderne vittima più spesso sono turisti che non notano il piumaggio sporco, l'assenza di penne, o la catenella che spesso lega saldamente il pappagallino alla giacca dell'ambulante. Spesso in questi casi vince la curiosità, e l'ingenuità che una foto non faccia male. In realtà la vita a cui sono sottoposti questi animali è un'esistenza di maltrattamento.
Come vivono i pappagallini sfruttati dagli ambulanti
I pappagallini che vengono detenuti dagli ambulanti in strada sono soprattutto Agapornis, una specie originaria dell'Africa prediletta per la taglia molto contenuta che in Italia sono conosciuti anche come pappagalli inseparabili. Proprio loro sono al centro di tanti casi di cronaca che raccontano sfruttamento e crudeltà, come il Parrocchetto trasportato in una scatola di legno, senza né acqua né cibo da un ambulante a Napoli.
Il primo problema è legato alla detenzione di animali selvatici. I pappagalli non sono animali domestici come lo sono invece cani, mucche e galline. Queste specie sono state selezionate dall'uomo nel corso di migliaia di anni e dipendono da noi per buona parte della loro sopravvivenza. I selvatici sono in grado di vivere benissimo senza il supporto dell'essere umano, e anzi, la presenza della nostra specie può solo inficiare sulle dinamiche sociali e pregiudicare il loro benessere.
Un pappagallino inseparabile, ed esempio, per essere felice ha bisogno di vivere all'interno di una grande famiglia composta da decine di suoi simili. Solo in questo contesto può esprimere se stesso e i suoi bisogni. Quelli che invece vengono catturati dagli ambulanti si trovano costretti a una innaturale vita di solitudine, esposti ai flash e alle mani di centinaia di persone che vogliono portare a casa una foto con loro.
Spesso per impedire che scappino vengono tagliate loro le ali remiganti, quelle che consentono di volare e che una volta estirpate non crescono più. Sempre a Napoli, ad esempio, un pappagallino era stato spennato per impedirgli di scappare e costretto a pescare i numeri del lotto per i turisti in una delle vie più frequentate della città.

Privare un uccello della capacità di volare significa togliere significato alla sua vita. Anche se a volte dimentichiamo anche gli animali sono in grado di provare affiliazione nei confronti degli altri, e anche se non la scienza non è ancora arrivato a confermarlo, è probabile che specie particolarmente intelligenti provino, oltre al dolore qualcosa di più complesso, come nostalgia e frustrazione.
Continuare a promuovere questo commercio significa continuare a perpetrare abusi nei loro confronti.
Il danno dei pappagalli all'ecosistema
Esiste anche un danno più complesso ed esteso che prescinde dal singolo, e coinvolge il nostro ecosistema. I pappagalli vengono importati dall'Asia e dall'Africa ma se vengono giudicati non più utili, o se riescono a fuggire prima che vengano tagliate loro le penne allora scappano e si riproducono nelle nostre città. Dato che la maggior parte delle specie formano grandi colonie riproduttive in parchi e giardini, stanno diventando una seria minaccia per altri uccelli autoctoni come.
I pappagalli in Italia sono infatti specie aliene e come tali possono causare gravi danni alla biodiversità locale. Questo avviene perché i pappagalli, soprattutto di specie di dimensioni maggiori come i parrocchetti (Psittacula krameri), non hanno predatori naturali, e di conseguenza anche le loro prede non hanno armi per difendersi da loro. Questa situazione ne favorisce l'espansione a scapito degli animali nostrani. Questo fenomeno è particolarmente evidente in Spagna, dove stanno causando parecchi danni ai raccolti di mais e frutta, mentre contribuiscono al declino di una specie di pipistrello tra le più rare e vulnerabili d'Europa: la nottola gigante (Nyctalus lasiopterus).
In Italia il fenomeno è più evidente nel Barese, dove nutrite colonie di parrocchetti stanno mettendo a rischio i raccolti agricoli e la sopravvivenza di uccelli autoctoni come i rondoni.