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Le orche fanno “regali” e offrono cibo alle persone che incontrano in mare: cosa vogliono dirci?

Un nuovo studio ha raccolto e analizzato diversi episodi in cui le orche hanno offerto spontaneamente prede o cibo agli esseri umani in mare. Secondo gli autori, potrebbe essere un modo per interagire, conoscere e sviluppare relazioni con noi.

1 Luglio 2025
18:51
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Un’orca offre spontaneamente un’urietta canuta, un uccello marino, ad alcune persone incontrate in mare. Immagine da Towers et al., 2025

Un po' come un gatto che lascia tutto fiero un uccellino o una lucertola sullo zerbino del suo umano, anche le orche sembrano talvolta desiderose di condividere il loro cibo con gli esseri umani che incontrano in mare. E non è una leggenda marinaresca né un caso isolato. A raccontarlo in maniera dettagliata è uno studio pubblicato recentemente sulla rivista Journal of Comparative Psychology, che raccoglie oltre vent'anni di osservazioni da diverse parti in giro per il mondo.

Gli esperti di cetacei Jared Towers del centro Bay Cetology in Canada, Ingrid Visser dell'Orca Research Trust in Nuova Zelanda e Vanessa Prigollini della Marine Education Association in Messico, hanno raccolto e analizzato 34 diversi episodi in cui le orche hanno tentato, spontaneamente, di "offrire" prede come pesci, uccelli o altri animali marini agli esseri umani. Gli incontri sono avvenuti in contesti diversi, dalla California alla Patagonia, passando per i fiordi norvegesi e le coste neozelandesi. Ma la vera domanda è: perché lo fanno?

Un comportamento intenzionale e ben documentato

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Gli autori hanno documentato diversi episodi in cui le orche si avvicinavano spontaneamente alle persone per offrire loro pesci e altri animali marini. Immagine da Towers et al., 2025

Per essere inclusi nello studio, gli episodi dovevano rispettare alcuni criteri molto precisi. Le orche dovevano innanzitutto avvicinarsi di loro iniziativa agli esseri umani – che si trovavano in acqua, a bordo di barche o a volte persino sulla riva – e lasciare davanti a loro una preda o un pezzo di cibo. In quasi tutti i casi, inoltre, i cetacei restavano sempre nei dintorni dopo l'offerta volontaria, osservando con attenzione la reazione delle persone. E in almeno sette occasioni hanno ripetuto il gesto più volte, anche dopo un rifiuto iniziale.

Questo comportamento risulta sorprendente per tantissime ragioni. Innanzitutto, perché non si tratta di animali domestici come cani e gatti. Gesti simili sono ben noti e comuni nei cani e soprattutto nei gatti, che talvolta "regalano" ai loro umani una preda come parte del loro repertorio sociale e affettivo. Ma che a farlo siano animali selvatici marini e predatori, come appunto le orche, apre numerosi e interessanti interrogativi sul loro modo di relazionarsi non solo tra simili, ma anche con noi esseri umani.

Tutta una questione di cultura, ancora una volta

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Le orche sono animali altamente sociali e culturali, che sviluppano strategie e comportamenti che vengono appresi e tramandanti tra le varie generazioni

Per gli autori dello studio, non si tratta solo di un comportamento strano oppure occasionale, ma di un gesto chiaro e coerente con ciò che sappiamo ormai bene sulle orche: animali intelligenti, cooperativi e dotati di una cultura complessa. In natura, infatti, le orche condividono regolarmente il cibo tra membri dello stesso gruppo, anche con individui non imparentati. Il food sharing è infatti un comportamento sociale che rafforza i legami, permette l'apprendimento e può anche avere un ruolo nel gioco e nell'esplorazione.

L’idea che questo comportamento possa estendersi anche ad altre specie, inclusi gli esseri umani, non è quindi così assurdo e suggerisce che alcune orche ci considerino, se non parte del loro gruppo sociale, quantomeno e in un certo senso degni di una forma di interazione attiva e molto simile quella che riserverebbero ad altre orche. Offrire cibo potrebbe infatti essere un modo per provare a comunicare, per giocare o per testare le nostre reazioni. Una sorta di tentativo di contatto fatto di gesti, offerte, attese e curiosità reciproca.

Le orche ci osservano e interagiscono con noi da molto tempo

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Le orche ci osservano e interagiscono con noi da sempre. A metà 800, un gruppo guidato da un maschio chiamato Old Tom (in foto, nel 1912) ha aiutato per anni i balenieri della città australiana di Eden nella caccia alle balene

Le orche sono del resto molto più che "semplici" predatori marini al vertice della catena alimentare: sono anche animali curiosi e osservatrici molto attente. Vivono in gruppi familiari matriarcali chiamati pod, tramandano strategie predatorie complesse e tradizioni culturali, collaborano e si coordinano nella caccia e si adattano con straordinaria flessibilità a diversi tipi di habitat e tipi di prede. Che alcuni individui abbiano imparato, nel tempo, a relazionarsi in modo così diretto con noi, non dovrebbe stupire e non sarebbe neppure la prima volta.

A partire dalla seconda metà dell'800, un gruppo di orche guidate da un maschio chiamato Old Tom ha collaborato attivamente e per anni con i cacciatori di balene della città australiana di Eden. Più di recente, invece, un gruppo che vive nei pressi dello Stretto di Gibilterra ha iniziato a interagire in maniera sistematica e costante, "attaccando" tutte le barche a vela che incontrano in mare, probabilmente come forma di gioco spinto dalla curiosità o da una strana moda, che tuttavia sta causando ormai da anni numerosi incidenti e affondamenti.

Un'altra mente che come noi esplora il mondo e chi lo abita

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Le orche ci somigliano molto più di quanto crediamo

Questi e tanti altri "strani comportamenti" nei nostri confronti e nei confronti di altre specie, non dovrebbero quindi sorprenderci, anche se non li campiamo sempre del tutto. Dovrebbero invece spingerci a riconsiderare ancora una volta la profondità del mondo cognitivo, sociale ed emotivo di questi affascinanti cetacei. Come sottolineano gli autori, "offrire oggetti agli esseri umani può rappresentare un'opportunità per le orche di esercitare comportamenti culturali appresi, esplorare, giocare e, così facendo, conoscere o sviluppare relazioni con noi".

Un gesto apparentemente semplice, ma carico di tante possibili spiegazioni e significati. Senza dubbio, dietro a quei denti affilati e a quella reputazione ingiustificata di "assassine", si nasconde qualcosa che ci somiglia molto più di quanto crediamo. Un animale sociale e culturale, ma soprattutto una mente complessa, unica, che è molto più che una macchina perfetta da caccia: è un essere senziente e consapevole, che vuole esplorare il mondo e interagire il più possibile con esso e gli altri animali che lo abitano, inclusi noi strani primati bipedi.

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