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La verdesca avvistata a Torre Faro non nuotava insieme ai suoi “cuccioli”: ecco cosa accade davvero nel video

Un video che sta girando molto mostra una verdesca nuotare vicino alla riva a Torre Faro, Messina, seguita da pesci più piccoli scambiati per “cuccioli”. In realtà sono pesci pilota, gli squali non accudiscono i propri piccoli.

16 Giugno 2025
11:12
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La verdesca avvistata a Torre Faro. Screenshot da video via Facebook

In questi giorni sta circolando molto un video girato nelle acque di Torre Faro, a Messina. Le immagini mostrano una verdesca – il cosiddetto squalo azzurro – che nuota a riva seguita da due pesci più piccoli. Secondo molti utenti, e anche secondo alcuni titoli un po' troppo frettolosi, quei due pesci sarebbero i "cuccioli" dello squalo. Ma le cose non stanno proprio così. In realtà, i pesci che accompagnano la verdesca, tre o quattro, non sono suoi piccoli. Si tratta infatti di pesci pilota (si vede bene nel video che sono striati), probabilmente Naucrates ductor, una specie conosciuta proprio per la sua abitudine di nuotare accanto a grandi animali marini, tra cui squali, mante e tartarughe.

Chi sono i pesci pilota avvistati insieme alla verdesca a Torre Faro

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I pesci pilota nuotano spesso accanto a squali, tartarughe e altri grandi animali marini

I pesci pilota sono piccoli carangidi che vivono in mare aperto e che spesso instaurano una sorta di commensalismo itinerante con animali molto più grandi di loro. Si muovono in sincronia accanto a squali e altri giganti del mare, approfittando della loro presenza per nutrirsi dei resti di cibo o dei parassiti presenti sulla pelle del loro "ospite", che tollera ben volentieri la loro presenza, poiché non rappresentano un fastidio significativo e possono perfino contribuire, in piccola parte, alla sua igiene personale.

In realtà, si tratta di un comportamento molto diffuso anche in altre specie di piccoli pesci ossei. Alcuni, come le remore, si sono così specializzate in questo stile di vita che hanno persino evoluto un disco "adesivo" sulla testa che permetto loro di attaccarsi alla pelle dei grandi animali marini come una ventosa. In questo modo, questi e altri pesci sfruttano un passaggio e soprattutto la "protezione" garantita da predatori e altri grandi giganti del mare, come le balene. Ma perché la verdesca nuotava così vicino alla riva?

Lo "squalo azzurro" nel Mediterraneo: le femmine si avvicinano alle coste per partorire

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La verdesca, anche qui in compagnia di pesci pilota, è conosciuta anche come squalo azzurro e spesso si avvicina alla costa per partorire

La vera protagonista del video è la verdesca (Prionace glauca), uno squalo pelagico dalla silhouette snella e dalle lunghe pinne pettorali, riconoscibile per il caratteristico colore blu acceso sul dorso, da qui "squalo azzurro". Diffusa nei mari di tutto il mondo, è una specie molto importante per gli ecosistemi oceanici aperti. Nel Mediterraneo, nonostante non sia comunissima vicino alla costa, può essere avvistata soprattutto in primavera ed estate, quando le femmine si avvicinano ai litorali per partorire.

La verdesca è infatti una specie ovovivipara, il che significa che le uova si sviluppano internamente e che la femmina partorisce piccoli già completamente formati. Non esiste un nido né un periodo di accudimento. I piccoli, lunghi già circa 40 cm alla nascita, sono da subito autonomi e si allontanano immediatamente dalla madre. Nessun legame familiare o cure parentali, se non la scelta di partorire in acqua basse e più sicure per i piccoli, che non andrebbero comunque chiamati "cuccioli", termine riservato ai mammiferi.

Uno squalo non pericoloso, ma in pericolo

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Nel Mediterraneo, la specie è considerata minacciata da pesca eccessiva e catture accidentali, il cosiddetto bycatch

Malgrado l’aspetto, la verdesca non è considerata una specie pericolosa per l'essere umano. È un predatore pelagico che si nutre soprattutto di pesci e calamari, e che raramente si avvicina alla costa – se non, appunto, in alcuni momenti legati alla riproduzione. Gli incontri con umani sono occasionali e gli attacchi e i morsi molto rari, ma comunque possibili e segnalati in passato. Come accade sempre con gli squali, il timore è molto più frutto dell'immaginario collettivo che di un reale rischio.

Nonostante si tratti di una specie presente in tutto il mondo e non considerata in pericolo di estinzione, nel Mediterraneo è invece inserita nella categoria "Vulnerabile" della Lista Rossa IUCN, minacciata soprattutto dal bycatch, la cattura accidentale negli attrezzi da pesca, e dalla pesca diretta finalizzata allo spinnamento. Gli squali vengono infatti pescati esclusivamente per tagliargli le pinne, molto richieste soprattutto nei mercati asiatici, e poi vengono ributtati in mare ancora vivi e agonizzanti.

Il video girato a Torre Faro ci offre quindi una bella occasione per raccontare come anche nel nostro Mediterraneo vivono animali straordinari, spesso poco conosciuti, e che i nostri mari sono tutt'altro che deserti d'acqua. Occorre però raccontare in maniera corretta quello che vediamo, senza romanzare troppo il comportamento degli animali. Quella verdesca non stava nuotando con i suoi "cuccioli". Stava facendo semplicemente ciò che la sua specie ha sempre fatto: pattugliare il mare, seguendo antiche rotte invisibili forse per partorire, mentre un paio di pesci pilota le nuotavano accanto, come accade da millenni.

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