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20 Maggio 2025
11:09

Il mistero delle orche avvistate insieme a cuccioli di globicefalo: gioco, predazione o adozione?

In Islanda, diverse orche sono state avvistate insieme a cuccioli di globicefalo. Gli scienziati hanno provato a capire il perché di questo misterioso comportamento, tra gioco, predazione, rapimenti e possibili adozioni.

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A largo dell’Islanda, negli ultimi sono state osservate più volte orche femmine che nuotavano insieme a cuccioli di globicefali. Foto di Filipa Samarra

A giugno del 2022, un gruppo di ricercatori dell'Icelandic Orca Project si trovava su un gommone al largo delle coste islandesi e stava osservando un gruppo di orche intente a cacciare aringhe. All'improvviso, tra le pinne e le spruzzate d'acqua, appare un piccolo cetaceo. È però molto più piccolo di un cucciolo di orca e ha un colore "sbagliato". Non è nero, ma grigio e ha una testa molto più tondeggiante che non lascia dubbi agli esperti: quello non è un piccolo di orca, ma un cucciolo di globicefalo.

Lo stupore è stato grande e l'avvistamento ha fatto il giro del mondo, ma ancora più grande è la serie infinita di domande che questa scena ha sollevato tra i biologi marini. Perché un piccolo globicefalo stava nuotando insieme a un gruppo di orche? Ma soprattutto, cosa significava questa interazione? Era forse un gioco, un'adozione improvvisata oppure il piccolo era stato "catturato" per essere mangiato? Ora, un nuovo studio, prova finalmente a dare una risposta.

Orche e cuccioli di globicefali, una scena che si ripete

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Le orche e i globicefali nuotavano uno di fianco all’altro, nella tipica posizione che assumono madre e figlio. Foto di Josephine Schulze

È passato un po' di tempo da allora e nel frattempo i ricercatori hanno scoperto che non si trattava di un caso isolato. Tra il 2021 e il 2023, sempre al largo dell'Islanda, sono stati registrati diversi altri avvistamenti di cuccioli di globicefalo (Globicephala melas) insieme a pod di orche (Orcinus orca). Ogni volta, il piccolo era un individuo diverso, così come lo erano anche le orche coinvolte. In tutti i casi, il cucciolo nuotava accanto a una femmina adulta in quella che gli etologi chiamano posizione echelon, ovvero di fianco e leggermente dietro l'adulto.

Si tratta della tipica posizione che assumono madre e figlio tra i cetacei quando nuotano insieme, come se l'orca stesse proteggendo il piccolo globicefalo da eventuali pericoli. Nel 2022 e nel 2023, gli scienziati hanno anche osservato le orche spingere delicatamente il piccolo, quasi come per incoraggiarlo a nuotare. In una di queste occasioni, una femmina ha anche sollevato il globicefalo con il dorso, tenendolo a pancia all'aria fuori dall'acqua. Sembrava un gesto affettuoso. O forse no?

Le tre ipotesi: caccia, gioco, cure parentali

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Tre le ipotesi secondo i ricercatori: caccia, gioco o cure parentali. Foto di Josephine Schulze

Nel 2022, sul gommone c'era anche Chérine Baumgartner, che insieme al suo team ha ora analizzato queste interazioni in uno studio pubblicato recentemente su Ecology and Evolution. Gli autori hanno formulato tre diverse ipotesi per spiegare questo strano comportamento. La prima, la più cruda, è la predazione. Alcune orche islandesi, sebbene mangino quasi sempre pesci come le aringhe, a volte cacciano anche foche e focene, piccoli cetacei. È dunque possibile che stessero tenendo il piccolo globicefalo "in fresco", come una sorta di dispensa vivente? Forse.

Gli scienziati sottolineano infatti come nessuna delle orche coinvolte abbia mai mostrato comportamenti aggressivi né sia mai stato effettivamente osservata l'uccisione o il consumo di uno dei cuccioli. Quindi, sebbene non si possa escludere del tutto, l'ipotesi legata alla predazione sembra quella meno probabile. La seconda possibilità è invece un po' più leggera: le orche potrebbero aver "giocato", forse per esercitarsi nella caccia. In fondo, tanti altri predatori si allenano e imparano a cacciare attraverso il gioco.

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Una risposta certa, per il momento, non c’è e gli stessi autori non escludono che queste spiegazioni possano essere tutte vere contemporaneamente. Foto di Josephine Schulze

Le orche sono predatori sociali formidabili che sviluppano strategie di caccia molto elaborate e che richiedono insegnamento, esercitazione e gioco di squadra. Un piccolo globicefalo solitario potrebbe essere stato coinvolto in una sorta di "gioco di ruolo" di gruppo per fare pratica. Infine, c'è l'ipotesi più tenera di tutte, ma anche quella più controversa e difficile da dimostrare con certezza: le femmine di orca si stavano prendendo attivamente cura del cucciolo, come se fosse un loro figlio.

Tra i cetacei non sarebbe del tutto una novità. Sono già stati documentati casi di cure e comportamenti alloparentali, ovvero rivolti a piccoli non propri, sia all'interno delle stessa specie che tra specie diverse. Ci sono persino rari casi di vere e proprie adozioni tra specie diverse. Tuttavia, in nessuno di questi avvistamenti le orche erano in fase di allattamento e le interazioni non sono mai durate più di qualche ora o giorno. Per questo, Baumgartner e colleghi preferiscono parlare di "comportamenti parentali transitori" piuttosto che di vere e proprie adozioni.

Non è detto che ci sia una sola risposta

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C’è ancora molto da capire, come l’origine dei piccoli, come si siano finiti tra le orche e, soprattutto, che fine abbiano fatto

Una risposta certa, per il momento, non c'è e gli stessi autori non escludono che queste spiegazioni possano essere tutte vere contemporaneamente. Le orche sono del resto animali estremamente complessi e, non bisogna dimenticarlo, si muovo in gruppo, dove ogni individuo può avere motivazioni, personalità e intenzioni differenti. È per esempio possibile che un'orca abbia trovato un piccolo globicefalo, che alcuni membri del gruppo abbiano giocato con lui, mentre altri cercavano invece di prendersene cura.

In fondo, anche tra noi umani le reazioni davanti a un neonato possono variare molto: c'è chi gioca, chi si commuove, chi cerca di aiutare. Ci sono poi tante altre domande, forse le più inquietanti di tutte, ancora senza risposta. Da dove venivano quei cuccioli? Erano smarriti? Abbandonati? Orfani? Oppure le orche li hanno separati o rapiti attivamente dalla propria famiglia? E che fine hanno fatto? Non lo sappiamo, ma i ricercatori sperano presto di poter trovare altre risposte.

La speranza è che la prossima estate possa infatti fornire nuovi indizi. Magari, con un pizzico di fortuna, i ricercatori riusciranno questa volta a osservare il momento esatto in cui un cucciolo di globicefalo si unisce (o viene portato via) da un gruppo di orche. Fino ad allora, il mistero rimane, così come la consapevolezza che il comportamento animale, soprattutto quando si tratta di specie così complesse e sociali come le orche, non si lascia mai inscatolare in un'unica spiegazione. E questa è forse la parte più bella dell'etologia.

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