
La perdita di pelo nei criceti è una di quelle cose che può facilmente spaventare chi vive con questi piccoli roditori da compagnia. Il timore è che si tratti di un problema serio, magari una malattia o un parassita. In realtà, non sempre c'è da preoccuparsi: il criceto può perdere il pelo per ragioni del tutto normali, come la muta stagionale, oppure per motivi più delicati legati alla salute, all'ambiente in cui vive o alla sua alimentazione.
Osservare come si comporta e se cambia abitudini è spesso il primo indizio per capire cosa sta succedendo: un criceto che si gratta molto, che appare inquieto, stanco e abbattuto oppure che passa molto tempo a pulirsi può star segnalando un fastidio alla pelle o un problema serio; al contrario, un roditore attivo, curioso, con appetito normale e senza arrossamenti, potrebbe semplicemente essere nel pieno della muta.
I criceti fanno la muta?

Sì, anche i criceti possono fare la muta, cioè quel processo naturale in cui il pelo vecchio viene sostituito da quello nuovo, cosa che avviene in maniera spesso più marcata durante i cambiamenti delle stagioni. È un fenomeno fisiologico, che non indica alcun problema di salute e che può variare in intensità e frequenza a seconda della specie e del contesto in cui vive il roditore.
Nei criceti dorati (o siriani), la muta è generalmente più evidente e il pelo può sembrare "a chiazze", un po' più corto in alcune zone, per qualche settimana. Nei criceti "nani", come il Winter White o il Campbell, il processo può essere invece più graduale e legato alla stagione: alcune specie cambiano leggermente tonalità in inverno, schiarendo il mantello e cambiando quindi anche colore.
La muta può essere più marcata quando cambia la temperatura o la durata della luce durante la giornata. È un modo per adattarsi al clima che cambia, esattamente come accade a molte altre specie di mammiferi. In casa, tuttavia, luci e riscaldamento artificiali potrebbero alterare questo processo, che quindi può essere più o meno marcato anche a seconda dell'ambiente domestico in cui ci troviamo.
Perché il criceto perde il pelo

Ci sono però alcune situazioni in cui la perdita di pelo non dipende dalla muta e può essere legata alla salute o a fattori ambientali. Morsi di acari o altri parassiti, per esempio, possono provocare prurito intenso e perdita di pelo. Il criceto tende inevitabilmente a grattarsi con insistenza, provocandosi piccole ferite o aree senza pelo. Gli acari sono invisibili a occhio nudo e spesso si manifestano con arrossamenti, forfora o zone irritate.
Anche alcune infezioni fungine possono causare chiazze rotonde prive di pelo, spesso con la pelle secca o squamosa. Sono infezioni che si trasmettono facilmente e richiedono cure specifiche. Tra le altre cause più frequenti, inoltre, abbiamo anche situazioni di stress e condizioni ambientali non adeguate. Un stanza troppo rumorosa, continui spostamenti della gabbia, manipolazioni eccessive o la presenza di altri animali possono stressare il criceto, indebolendo il pelo fino a farlo cadere.
Anche l'alimentazione può influenzare la salute e la "qualità" del mantello. Una dieta squilibrata, priva di nutrienti essenziali – in particolare vitamine del gruppo B e proteine – può rendere il pelo più fragile. In questi casi la perdita è diffusa e non legata a prurito o irritazioni. Infine, nei criceti più anziani, la perdita può anche dipendere squilibri ormonali o semplicemente dall'età avanzata, che possono portare a un assottigliamento del mantello. Anche questi casi non c'è prurito, ma un diradamento progressivo del tutto normale.
Cosa fare se notiamo perdita di pelo nel criceto

La prima cosa da fare è osservare attentamente il comportamento del nostro piccolo roditore. Se il criceto continua a mangiare, è attivo, non si gratta in modo insistente e non mostra arrossamenti evidenti, potrebbe trattarsi semplicemente della muta. In questi casi non serve intervenire e il pelo ricrescerà da solo. Se però notiamo uno o più dei seguenti segnali, è importante rivolgersi a un veterinario esperto in animali esotici o piccoli mammiferi (non uno generico, quindi):
I segnali a cui prestare attenzione sono: prurito continuo; pelle arrossata, squamosa o con piccole croste; perdita di pelo a chiazze nette; diminuzione dell'appetito; apatia o irritabilità; ferite provocate dal grattarsi.
In questi casi, conviene approfondire, partendo dalle condizioni della gabbia, che deve essere sempre pulita senza utilizzare detergenti aggressivi o irritanti. Anche profumi o polveri come il talco potrebbero infastidire o causare irritazioni e spingerlo a grattarsi si più. Poi dobbiamo assicurarci che la sua dieta sia adeguata e varia, con un buon mix di semi, verdure e frutta sicure e in quantità adeguate e una corretta quota proteica.
Riduciamo anche lo stress, evitando rumori forti, continui spostamenti tra una stanza e l'altra, la presenza fissa di altri animali come cani e gatti o manipolazioni eccessive. Se nonostante tutti questi accorgimenti il problema sembra persistere, allora potrebbe essere un problema di salute o legato alla presenza di parassiti. In questi casi, è necessaria una diagnosi veterinaria e un trattamento mirato: intervenire da soli, con prodotti non adatti, rischia solo di peggiorare la situazione.