;Resize,width=638;)
Ci siamo fatti un'idea sui gatti che è dura a morire: sono animali indipendenti, solitari, che tollerano gli umani solo quando gli fa comodo. In parte, questa visione è vera ed è alimentata anche dal confronto che viene fatto troppo spesso con il cane, notoriamente più socievole, espansivo e propenso al contatto fisico. Ma siamo davvero sicuri che i felini domestici non apprezzino le coccole? Oppure siamo noi a non aver ancora imparato a leggere i loro segnali e rispettarne tempi e modalità?
Ai gatti piacciono le coccole?
La risposta più onesta a questa domanda è: dipende. Ogni gatto è un individuo a sé, con gusti, esperienze e una personalità ben definita. Ci sono gatti che sembrano non vedono l'ora di ricevere una carezza: ci vengono incontro, si strofinano contro le gambe, ci guardano con gli occhi socchiusi mentre fanno le fusa e ci offrono la testa o la schiena come se fosse un invito esplicito. Altri, invece, sembrano infastidirsi anche solo per uno sguardo di troppo e fuggono via non appena tentiamo anche solo un piccolo approccio.
Le fusa, come è facile immaginare, sono uno dei segnali più evidenti di apprezzamento, ma non sono l'unico. Un gatto a cui piace il contatto fisico tende ad avvicinarsi spontaneamente, a strofinarsi contro la mano, le gambe o il viso dell'umano, e a restare poi fermo, rilassato, durante l'interazione e le carezze. Se, invece, si irrigidisce, scuote la coda, abbassa le orecchie o si lecca improvvisamente, probabilmente ci sta dicendo che ne ha avuto abbastanza.
La verità è che per piacere davvero ai gatti, dobbiamo imparare a lasciar fare a loro il primo passo e soprattutto a non approcciarci come invece facciamo troppo spesso con i cani, anche in questo caso sbagliando il più delle volte. Afferrarli, maneggiarli, accarezzarli improvvisamente non è il modo giusto e un micio, più di un cane, tende a farcelo capire subito. Solo trattando un gatto da gatti, potremo essere certi che le nostre coccole non siano un'invasione, ma un momento condiviso e gradito.
Cosa provano i gatti quando li coccoliamo?

Quando un gatto si lascia coccolare – e sottolineiamo si lascia – non sta solo tollerando o "subendo" il nostro tocco. Anche per un micio il contatto fisico può essere un'esperienza piacevole, a patto che avvenga nel modo giusto. Un contatto delicato, nelle zone giuste e per un tempo adeguato, può attivare nel gatto una risposta emotiva positiva, molto simile a quella che provano durante il grooming, ovvero il leccamento reciproco che avviene tra individui legati da un rapporto sociale stretto, come una mamma con i suoi gattini.
Le coccole, in questi casi, non sono quindi solo un gesto meccanico, ma una vera e propria forma di comunicazione interspecifica. Il gatto non solo le percepisce fisicamente, ma le interpreta anche emotivamente, riconoscendo che si tratta di un momento di cura, attenzione e affetto reciproco. L'immagine del gatto "anaffettivo", incapace di provare sentimenti verso il proprio umano, è stata ormai ampiamente smentita e superata da tempo.
Il legame che può crearsi tra un micio e un essere umano, anche grazie al contatto fisico, può essere molto profondo, se ben calibrato, consapevole e a misura di felino. Diversi studi dimostrano come anche i gatti, pur essendo una specie meno sociale del cane, sviluppano con gli umani relazioni basate sulla fiducia, il supporto e l'affetto reciproco. Le coccole, quando desiderate, possono quindi rafforzare e incrementare questa relazione.
Perché a volte il gatto non si lascia coccolare?
Il fatto che un gatto a volte non gradisca le coccole – o che non le accetti quasi mai – non significa che non ci voglia bene o che sia meno affettuoso. I felini, semplicemente, hanno una visione diversa dell'ambiente sociale in cui sono inseriti e, di conseguenza, anche del contatto fisico. Per loro, a differenza di un cane, è probabilmente ancora di più una questione di fiducia, di contesto, ma anche di come e quando avvengono coccole, grattini e carezze.
Molto dipende, per esempio, da quanto sono stati abituati all'interazione e al contatto con le persone nelle primissime settimane di vita. Un gatto che ha conosciuto coccole e carezze gentili sin da piccolo, con ogni probabilità, continuerà ad apprezzarle anche da adulto. Al contrario, un gatto cresciuto senza alcun contatto umano, o peggio, vivendo esperienze negative nei nostri confronti, inevitabilmente diventerà più schivo, timoroso e meno incline ad accettare interazioni e tocchi.
Ma anche tra gatti correttamente socializzati, possono esserci grandi differenze caratteriali. Alcuni amano farsi toccare solo in certi momenti della giornata, o in certi punti del corpo. Altri tollerano le coccole per pochi istanti, dopodiché si allontanano come se nulla fosse. In questo senso, è fondamentale conoscere il micio, saper leggere i loro segnali e rispettare i suoi limiti. Forzarlo può non solo innervosirlo, ma compromettere il rapporto di fiducia che stiamo cercando di costruire. L'amore, con i gatti, è sempre anche una questione di consenso.
Come dimostrare affetto al gatto

Se pensiamo che per dimostrare affetto al nostro gatto servano necessariamente carezze continue e abbracci stretti, forse stiamo guardando questa relazione un po' troppo dal nostro punto di vista, quello umano. I gatti, come già anticipato, "parlano" un linguaggio affettivo e sociale completamente differente, fatto di posture, movimenti e gesti impercettibili. Tutti segnali che ci fanno capire se stiamo rispettando davvero i suoi desideri e i suoi tempi.
Accarezzare il nostro micio è del resto solo uno dei modi – e nemmeno il più importante – per dirgli che gli vogliamo bene. Possiamo farlo anche lasciandogli lo spazio per esplorare, avvicinarsi e scegliere di non toccarlo, se non ci invita a farlo e se non gli piace così tanto. Ci sono tante altre cose che invece possiamo fare, come prenderci cura del suo mantello, offrirgli un luogo tranquillo dove riposare, giocare con lui o semplicemente sederci accanto a lui dimostrando vicinanza, anche senza fare nulla.
Persino il silenzio, con i gatti, può essere una profonda forma di comunicazione. Se si lascia accarezzare, se si strofina su di noi, tanto meglio, ma anche un micio che si accoccola sul divano vicino a noi, che ci segue da una stanza all'altra, o che si addormenta sulle nostre gambe e che non ama troppo il contatto fisico diretto, ci sta dicendo che si fida di noi, che sta bene. E questa, per chi ha imparato a conoscere davvero i felini domestici, è probabilmente la carezza più grande che possiamo ricevere.