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Man mano che un gatto invecchia, diventa più suscettibile a certe malattie. Le malattie più comuni legate all'età nei gatti anziani sono l'insufficienza renale cronica e l'artrite. La prima può danneggiare i reni e indurre sintomi come perdita di peso, disidratazione e letargia, mentre la seconda attacca le sue articolazioni, limitando il movimento e rendendo difficile salire sul divano o addirittura usare la lettiera. Anche se queste malattie sono diffuse, non sono le uniche che possono insorgere quando il tuo gatto inizia a invecchiare e, purtroppo, possono rendere la loro qualità di vita piuttosto scadente.
Gli 11 anni sono generalmente considerati come l'età anziana, anche se questo può variare in base alla genetica e allo stato di salute. Per alcuni gatti, il quattordicesimo o quindicesimo anno li troverà ancora in perfetta forma, ma intorno ai 10 anni cominciano a manifestarsi i primi segni visibili di invecchiamento.
Le 7 patologie più comuni nel gatto anziano
Tra le patologie più comuni legate all'invecchiamento nel gatto anziano alcune sono banali, e legate ai cambiamenti fisiologici dell'organismo, altre invece richiedono attenzioni e terapie specifiche. Vediamo insieme quali sono le più diffuse:
- Ipertiroidismo: è causato da un’eccessiva produzione di ormoni da parte della ghiandola tiroidea. I sintomi includono appetito aumentato, perdita di peso, iperattività e battito cardiaco accelerato. Si tratta di una patologia abbastanza comune nei gatti anziani e può essere gestita con terapie specifiche;
- Artrosi: con l’invecchiamento, le articolazioni del gatto diventano meno flessibili e più doloranti. I gatti colpiti si muovono meno, evitano di saltare e possono avere difficoltà a entrare nella lettiera o salire su superfici rialzate. Il dolore può essere silenzioso, ma influisce molto sulla qualità della vita;
- Diabete mellito: si verifica quando il corpo non riesce più a regolare correttamente i livelli di zucchero nel sangue. I segni comprendono aumento della sete, urinazione frequente, dimagrimento e, in alcuni casi, debolezza degli arti posteriori. La gestione richiede insulina e una dieta specifica;
- Ipertensione: spesso legata ad altre patologie come l’insufficienza renale o l’ipertiroidismo, la pressione alta può causare gravi problemi agli occhi, al cuore e al cervello. Nei casi più gravi, può portare alla cecità improvvisa;
- Problemi dentali: gengiviti, tartaro e infezioni della bocca sono comuni nei gatti anziani. Il dolore alla bocca può ridurre l’appetito e portare a perdita di peso. Una buona igiene orale e controlli periodici sono fondamentali;
- Declino cognitivo: simile alla demenza negli esseri umani, può causare disorientamento, miagolii notturni, cambiamenti di umore e perdita delle abitudini. Sebbene non esista una cura, è possibile migliorare il benessere del gatto con piccole modifiche ambientali e supporto veterinario.
Di quali attenzioni necessita un gatto anziano?
Prendersi cura di un gatto invecchiato implica adattare l'ambiente domestico e la routine quotidiana ai nuovi bisogni. La prima cosa da considerare è la dieta: un gatto anziano potrebbe richiedere un cibo più facile da digerire, in certi casi arricchito con prodotti formulati per aiutare i reni o le articolazioni. È importante anche cercare di far bere di più il gatto, magari aggiungere una fontana d'acqua in casa o preferire il cibo umido alle crocchette per aiutarlo a mantenere adeguati i livelli di idratazione.
Un'altra cosa utile da fare è rendere i loro posti preferiti, come il letto o il davanzale, più accessibili, usando piccole scale o rampe in modo che non abbiano bisogno di arrampicarsi. La lettiera dovrebbe essere posizionata in un luogo tranquillo e raggiungibile senza saltare. Nel caso di individui con ridotta mobilità è preferibile che abbia anche i lati bassi.
Altra cosa fondamentale è mantenere la routine: in caso di declino cognitivo il gatto potrebbe trovare conforto nella ripetizione delle stesse azioni. Le visite dal veterinario, inoltre, dovrebbero diventare più frequenti: non c'è nulla di male nel vedere il professionista ogni sei mesi.