;)
Uno dei primi obiettivi che tutti ci poniamo quando accogliamo un cane nella nostra vita – cucciolo o adulto che sia – è quello di abituarlo a fare i bisogni fuori casa. Non si tratta solo di una questione di pulizia o di igiene domestica: imparare a gestire i bisogni fisiologici nel modo e nei tempi corretti significa anche stabilire un canale di comunicazione profondo tra noi e lui, fondato sulla fiducia e sulla comprensione reciproca delle buone norme da seguire per convivere serenamente.
Per i cuccioli, l'apprendimento richiede tempo e pazienza, soprattutto perché nei primi mesi di vita il controllo del proprio corpo non è ancora del tutto sviluppato. È perfettamente normale, dunque, che nei primi tempi non riescano a trattenere la pipì o la cacca. Tuttavia, con un approccio graduale, basato sulla coerenza e sull'ascolto, imparano presto ad aspettare il momento della passeggiata. E la buona notizia è che non è mai troppo tardi: anche un cane adulto, se accompagnato nel modo corretto, può imparare a vivere serenamente questa parte importante della sua giornata.
A che età i cuccioli imparano a fare i bisogni fuori?

Nel mondo dei cuccioli, tutto ha il sapore della scoperta: il corpo, le emozioni, i ritmi. Fino ai 3-4 mesi d'età, il sistema nervoso non ha ancora completato il suo sviluppo e i cuccioli non sono fisiologicamente in grado di trattenere i bisogni troppo a lungo. Questo non significa che non si possa iniziare sin da subito un percorso educativo, ma bisogna partire con aspettative realistiche.
Generalmente, se adottati attorno alle 9-10 settimane di vita, i cuccioli iniziano a migliorare la propria capacità di trattenere pipì e feci intorno ai 4 mesi, e raggiungono una certa stabilità già verso i 6 mesi. Tuttavia, il processo può essere più rapido o più lento in base a diversi fattori: la razza, l'individualità, le esperienze pregresse, il contesto familiare e l'ambiente in cui crescono.
Alcuni razze, come gli Schnauzer, per esempio, tendono ad acquisire controllo e consapevolezza in tempi più brevi. Altri possono metterci di più. Ciò che conta, in ogni caso, è accompagnare il cane con rispetto, senza fretta né imposizioni, adattando le strategie anche in base alle sue esigenze, ai suoi tempi. Non dobbiamo mai dimenticare che se il cane fa i bisogni in casa non è per dispetto, né per farci un torto e che, soprattutto, quasi sempre dipende da noi.
Come si educa un cane a fare i bisogni fuori?

La buona riuscita per lo sviluppo di una corretta routine, infatti, è quasi sempre interamente nelle nostre mani. Se riusciamo ad accompagnare con pazienza e gradualità il nostro cane in questo percorso, lui capirà presto dove e quando è "giusto" farli. Vediamo quindi più nel dettaglio come fare.
Uscire spesso, soprattutto nei primi tempi
Durante le prime settimane dopo l'adozione, è importante uscire con il cane anche 6 o 7 volte al giorno. Questo non solo aumenta le probabilità che faccia i bisogni fuori, ma gli permette anche di iniziare a conoscere il mondo esterno in modo graduale e positivo. Ricorda: la passeggiata non è solo "pipì e ritorno", ma un momento di scoperta, socialità e comunicazione.
Osservare i momenti chiave
I cuccioli tendono a fare i bisogni in momenti abbastanza prevedibili: subito dopo aver mangiato, dormito o giocato. Approfittare di questi segnali per uscire può aumentare le probabilità di successo. Anche solo imparare a riconoscere quando inizia ad annusare il pavimento o a muoversi in modo irrequieto può fare la differenza.
Rinforzare positivamente il comportamento
Non servono premi esagerati né applausi fragorosi: spesso basta un tono di voce calmo e gioioso, un sorriso, una carezza. L'importante è che il cane viva il momento con serenità. Non distrarlo subito dopo: molti cani, per esempio, annusano ciò che hanno appena fatto. È un comportamento normale e utile per la loro autoconoscenza.
Mai punire, mai umiliare
Punire un cane perché ha fatto i bisogni in casa – specialmente se non lo si coglie sul fatto – è del tutto inutile e potenzialmente dannoso. Trascinarlo nel punto dove ha sporcato o urlargli contro non insegna nulla, se non ad avere paura. Il rischio è che cominci a fare i bisogni di nascosto o che si senta insicuro a esprimere un bisogno fisiologico.
Pulire bene, ma senza attirare il suo olfatto
Usiamo detergenti neutri e non profumati per pulire eventuali incidenti in casa. Odori troppo forti possono disturbare il cane o, al contrario, attirarlo di nuovo nello stesso punto. Non dimentichiamo che l'olfatto è il senso prediletto del cane ed usato anche e soprattutto per i segnali olfattivi legati ai proprio bisogni fisiologici.
Evitare l'uso prolungato della traversina
Le traversine possono sembrare un'ottima soluzione temporanea, ma usate troppo a lungo possono confondere il cane. Alcuni cani finiscono per considerare il panno come il luogo preferito per i bisogni anche da adulti e non imparano a farla fuori. Meglio lavorare, fin da subito, sulla previsione del bisogno e sull'uscita tempestiva.
Educare i cani a non fare i bisogni in casa: le differenze tra cuccioli e cani adulti

Educare un cucciolo e un cane adulto richiede chiaramente approcci diversi, ma entrambi basati sulla comprensione. Il cucciolo ha ancora tutto da imparare, non conosce le regole e non ha il pieno controllo del proprio corpo. L'adulto, invece, potrebbe avere alle spalle abitudini sbagliate, traumi o semplicemente una mancata educazione. Nei cuccioli, il lavoro educativo comincia quasi da zero.
È importante creare un ritmo regolare, un ambiente accogliente e stimoli non troppo invasivi. Se ha avuto un buon imprinting ambientale – ovvero è cresciuto in un contesto ricco di esperienze positive – apprenderà più in fretta. Al contrario, se i suoi primi mesi sono stati vissuti in isolamento (come nei casi di allevamenti poco etici o di alcuni canili), potrebbe richiedere più tempo e pazienza.
I cani adulti che fanno i bisogni in casa, invece, meritano un'indagine più approfondita. Prima di tutto è importante escludere eventuali cause mediche, come cistiti, prostatiti o problemi legati all'età. In secondo luogo, bisogna considerare cambiamenti recenti nella vita del cane: traslochi, lutti, arrivo di nuovi membri nella famiglia (persone o animali). Sono tutte situazioni che possono destabilizzarlo.
In questi casi, la figura dell'educatore cinofilo con approccio cognitivo-relazionale può fare la differenza, aiutando il cane e la famiglia a ristabilire un equilibrio. L'obiettivo non è "addestrare", ma comprendere e accompagnare il cane nella comprensione delle regole per vivere serenamente insieme. Non esistono scorciatoie o soluzioni universali, ma un percorso che si costruisce giorno dopo giorno con pazienza, ascolto e fiducia reciproca.