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Unicredit e Intesa San Paolo finanziano la produzione di armi nucleari (DOSSIER)

Il rapporto 2013 Don’t Bank on the Bomb fa un quadro sulle banche mondiali che sostengono società produttrici di armi nucleari. Due sono italiane.
A cura di Davide Falcioni
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Sareste felici di sapere che i vostri soldi potrebbero finanziare la costruzione di armi nucleari? Scommettiamo di no, ma se siete correntisti di Intesa San Paolo o Unicredit purtroppo le cose stanno così. I due istituti bancari, infatti, rientrano tra i 298 che in tutto il mondo continuano a dare sostegno finanziario alle società che realizzano armamenti nucleari. E' quanto rivela il rapporto 2013 Don’t Bank on the Bomb presentato stamattina a Stoccolma dalla Campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari (Ican). Più nel dettaglio il dossier rivela come Intesa San Paolo abbia investito negli ultimi tre anni 600 milioni di euro a sostegno di Bechtel, Boeing, Eads, Fluor, Honeywell International, Northrop Grumman e Thales. UniCredit, nonostante le dichiarazioni d’intenti sull’astensione da questo settore, nell’ultimo triennio ha investito circa 1 miliardo di euro a sostegno di Eads, Honeywell International, Northrop Grumman, Thales e ThyssenKrupp. In calce all'articolo potete trovare il dossier "Hall of Shame" in versione integrale.

Possono invece stare tranquilli – almeno in tal senso – i correntisti di altre dieci banche italiane, che da quest'anno sono uscite dalla lista: si tratta di Monte dei Paschi di Siena, Mediobanca, Gruppo Carige, Ubi Banca, Credito Emiliano, Banca Popolare di Milano, Popolare di Sondrio, Popolare di Vicenza e Popolare dell’Emilia Romagna, che nei rapporti degli anni scorsi risultavano finanziatori di Finmeccanica. Il gruppo industriale italiano tuttavia ha annunciato al Norwegian Council on Ethics la cessazione di ogni partecipazione ad attività produttive nel settore degli armamenti nucleari. Fino allo scorso anno Finmeccanica faceva parte del consorzio europeo Mbda, coinvolto nella produzioni di missili nucleari per l'aviazione francese.

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L’unica altra banca italiana citata nel rapporto è Banca Etica, ma per una buona notizia. L'istituto è infatti inserito in una Hall of Fame insieme ad altri 11 che hanno adottato una “policy” in grado di prevenire in maniera completa e complessiva qualsiasi coinvolgimento finanziario con compagnie che producano armi nucleari.

A differenza delle armi biologiche e chimiche, quelle nucleari non sono ancora state messe al bando dal diritto internazionale. Eppure, esattamente come le altre, si tratta di armi di distruzione di massa che uccidono "indiscriminatamente" e possono finire in mani sbagliate. Lo scorso 19 giugno il presidente Obama ha affermato che "finché circoleranno armi nucleari non potremo stare sicuri", mentre il presidente austriaco Heinz Fischer ha ammesso che "i nostri sforzi per allontanarci dal baratro nucleare hanno portato a un successo limitato. Le armi atomiche dovrebbero essere messe al bando ed eliminate, prima che eliminino noi".

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