Telegram ha deciso di chiudere due tipi di gruppi

Telegram è una terra strana. Si presenta come un baluardo per la libertà di parola ma basta aprire l'app per scivolare in una voragine di canali che vendono passaporti falsi, droga, immagini pedopornografiche. Negli ultimi anni Telegram è stata anche colonizzata dai truffatori che promettono guadagni stellari o ricattano le proprie vittime. Il motivo è molto semplice: offre funzionalità che consentono ai criminali di organizzarsi su larga scala e di eludere il controllo delle autorità. Ora però Pavel Durov, fondatore e Ceo di Telegram, ha annunciato nuove misure per limitare i canali di doxxing ed estorsione.
In un messaggio pubblicato sulla piattaforma ha spiegato: "Gli utenti ci hanno inviato centinaia di segnalazioni di truffe e ricatti. Sulla base di queste segnalazioni, questa settimana banneremo numerosi canali per doxxing ed estorsione". Ha poi aggiunto: "Telegram non è un luogo per doxxing o ricatti. E a chi gestisce questi canali: non perdete tempo a creare cloni: vi troveremo."

La doppia faccia di Telegram
L'iniziativa rispecchia la natura doppia di Telegram. La piattaforma infatti nel 2013 in Russia con l'obiettivo di "creare un sistema di messaggistica crittografato che permettesse di comunicare liberamente dentro un paese oppressivo". Questa promessa l'ha mantenuta, e infatti la piattaforma negli anni è diventata uno strumento essenziale per comunicare e organizzare proteste in paesi dove non c'è la libertà di espressione. Per esempio, testate censurate dai governi come il sito di notizie Tut.by in Bielorussia o dell'emittente Mizzima in Myanmar, si sono spostate su Telegram per trasmettere le notizie.
Nell'animato però sono anche fioriti in modo indisturbato traffici illeciti. Su Fanpage.it abbiamo portato avanti inchieste sui rischi presenti sulla piattaforma. Dai gruppi Black Pill, comunità misogene che diffondono messaggi di violenza contro le donne, alle chat Pro Ana dove ragazze tra i 13 e i 15 anni affette da disturbi alimentari, soprattutto anoressia e bulimia, si scambiano consigli su come dimagrire più in fretta. Da un lato quindi la piattaforma è un bastione per la libertà i parola, dall'altro una rampa d'accesso al dark web e a tutto il marcio che cova negli angoli di Internet.
La promesse di Durov e le nuve policy di Telegram
L'ultimo messaggio di Durov è un tentativo di ripulire questa seconda faccia di Telegram. Il fondatore infatti ha spiegato che il team della piattaforma si sta mobilitando per chiudere i canali di doxxing ed estorsione. "Bloccheremo i canali se avremo prove inconfutabili che gli amministratori di un canale hanno pubblicato post diffamatori, per poi cancellarli in cambio di un compenso dalle vittime. Alcuni sono stati persino sorpresi a vendere i cosiddetti "blocchi di protezione", ovvero delle commissioni che le vittime devono pagare per evitare di essere prese di mira."
La piattaforma aveva già annunciato nuove policy nel 2024 dopo l’arresto di Pavel Durov. Ha iniziato infatti a condividere informazioni come numero di telefono e indirizzo IP di un utente se richiesto dalle autorità. Prima la policy si applicava solo ai sospettati di terrorismo.