Sindone di Torino, le nuove analisi: “Non è stata appoggiata su un corpo umano”

Cícero Moraes, classe 1982, è un designer brasiliano. Negli ultimi anni ha acquistato una certa notorietà perché si è specializzato nella ricostruzione dei volti di personaggi storici, da Lucy e San Nicola. Niente di improvvisato. Moraes parte dai resti, ricostruisce i legamenti, i muscoli e la cartilagine. Mischia tecniche di medicina forse e arti grafiche. Nel suo ultimo lavoro si concentra però su altro: la Sindone di Torino.
La Sindone è una delle reliquie più note in Italia. È conservata nel Duomo di Torino. È un lenzuolo di lino e secondo la tradizione cattolica sarebbe stato usato per avvolgere il corpo di Gesù Cristo dopo la passione. Il sudore e il sangue di Gesù sarebbero rimasti impressi nel tessuto, fino a lasciar trasparire la sua immagine.
Una tradizione che non ha trovato molte conferme scientifiche. E non ne trova nemmeno con lo studio diffuso da Moraes e pubblicato sulla rivista Archaeometry. Il titolo dello studio è Image Formation on the Holy Shroud – A Digital 3D Approach.
Le analisi sull’età della Sindone di Torino
L’età della Sindone di Torino è stata analizzata in uno studio incrociato del 1988. Lo studio si chiama Radiocarbon Dating of the Shroud of Turin ed è stato pubblicato su Nature. Secondo le analisi eseguite in contemporanea da tre laboratori diversi la datazione della Sindone sarebbe molto superiore ai giorni che hanno segnato la morte di Cristo. Le analisi, fatte su campioni diverse, hanno fissato questo manufatto tra il 1260 e il 1390.
Su cosa è stata appoggiata la Sindone
A maggio vi abbiamo raccontato su Fanpage.it come Cícero Moraes ha ricostruito il volto di Ludwig van Beethoven. Per la Sindone di Torino ovviamente ha seguito delle procedure diverse. L’obiettivo era capire su cosa fosse stata appoggiata. Dopo una serie di ricostruzioni Moraes ha dedotto che i segni lasciati sulla Sindone di Torino non sono compatibili con un copro umano o comunque con un solido tridimensionale.

Moraes ha analizzato la posizione dei segni impressi sulla Sindone. Ha misurato la loro disposizione, la loro intensità e ha provato a ricostruire con un modello 3D l’oggetto su cui si sarebbero appoggiati. L’ipotesi più probabile è che siano stati creati da un bassorilievo che ritraeva il corpo di un essere umano adulto. Vi lasciamo qui le conclusioni del paper pre-print:
“Questo lavoro ha cercato di evidenziare l'origine piatta o a bassorilievo della fonte della stampa, nota come Sindone di Torino. Questo studio corrobora l'approccio di Dale, che indicherebbe che l'opera "potrebbe essere riconosciuta come uno dei capolavori dell'arte cristiana”.”
Il riferimento è a un articolo pubblicato da W. S. A. Dale dal titolo The Shroud of Turin: Relic or icon?. Qui viene spiegato che la storia della Sindone di Torino può essere documentata a partire dal 1354, data che coincide con quella definita dalle analisi. Due elementi che ridefiniscono il ruolo della Sindone nella Chiesa: non più una reliquia sacra ma un capolavoro artistico.